Uno si aspetta un film con De Niro e Clooney e poi arriva Alvaro Vitali e sbanca il botteghino. Chiedo scusa a Fernando Llorente per il paragone un po' pesante con il Pierino del cinema nostrano ma Juventus Napoli ha spiazzato previsioni e pronostici. Tevez e Higuain hanno fatto il loro, idee, movimento, tentativi ma è stato il ragazzo di Pamplona a cambiare la partita, sfruttando ventuno centimetri di off side, tanti sono stati misurati.
Ci sono momenti durante i quali i tifosi della Juventus si stropicciano gli occhi e, preoccupati, si domandano se trattasi di Marco Llorente o di Fernando Pacione. Memoria di un centravanti che giocò dodici partite ma non vide mai la porta avversaria, sbagliando cose incredibili, tra queste, alcune clamorose contro il Barcellona in coppa dei campioni.
In verità Llorente, che alla traduzione fa Piangente, ha già realizzato gol anche importanti, due addirittura al Real Madrid, ma resta un sapore strano quando lo vedi giocare la palla, con tocchi incerti e il timore di farsi male.
La sua vera fortuna è che prima di lui, nel recente passato bianconero, si erano appalesati personaggi del tipo di Bendtner o Anelka, roba danese e francese di cui si sono smarrite le tracce nei campi d'Europa e del resto del mondo pallonaro. Dicono: ma è costato centesimi zero, aveva rifiutato di sottoscrivere un nuovo contratto con il Bilbao, era libero e bello sul mercato, dunque Paratici e Marotta in fondo hanno portato a casa uno spagnolo tosto.
D'accordo, ma Fernando Llorente sa di avere trovato il posto di lavoro per grazia ricevuta. Infortunatisi in contemporanea Mirko Vucinic e Fabio Quagliarella, ecco che Conte si è visto costretto a mandare in campo il torero di Pamplona che non è uno da corrida di San Firmino, semmai da sfilata di moda, passerella su tappeti rossi. Tant'è. Nel calcio contano i fatti e Llorente ha risposto alla chiamata.
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