Gwangju, sesta città più popolosa della Corea del Sud, tradotto letteralmente assume il significato di «Provincia della Luce». Fa specie perché, per il momento, dopo due giornate di gare in vasca, la rassegna iridata di nuoto ha raccontato più ombre (e veleni) che luci. Ma per fortuna, dopo la scia di polemiche seguite alla scelta di Mack Horton - ieri applaudito al villaggio degli atleti ma poi ammonito dalla Federnuoto - di rimanere giù dal podio dei 400 stile libero in segno di protesta contro Sun Yang, il discusso cinese che ha vinto l'oro proprio davanti all'australiano e al nostro Gabriele Detti, ci sono stati due, anzi tre record italiani a risplendere di luce propria. A distanza di dieci anni è caduto un altro dei record «gommati» dei mondiali di Roma: il toscano Filippo Megli ha nuotato in 1'4576 la semifinale dei 200 stile (centrando l'ultimo pass per la finale) e cancellato l'1'4629 di Emiliano Brembilla. «Un crono che rincorrevo da un anno», dirà l'azzurro.
Ma la seconda giornata di gare, a parte il quarto posto (da applausi) di Elena Di Liddo nella finale dei 100 farfalla, ha visto anche il clamoroso doppio record italiano ex aequo di Martina Carraro e Arianna Castiglioni. Entrambe le azzurre hanno infatti conquistato l'accesso alla finale dei 100 rana con un crono identico (1'0639). Solo che Carraro lo ha timbrato nella seconda semifinale, mentre la bustocca Castiglioni lo ha eguagliato diversi minuti dopo nello spareggio a due con la belga Lecluyse.
Ma le polemiche in Corea non sono finite qui: come se non fosse già abbastanza, ieri i dorsisti hanno dovuto fare conti pure con il «device» (leggi blocco) di partenza che non funzionava. Non dovrebbe accadere in una manifestazione globale: cose dell'altro mondo. Il più penalizzato, tra l'altro, è stato Simone Sabbioni, a cui si è sganciato due volte al momento dello slancio. «Lo avevo detto al giudice che il blocco non mi avrebbe sostenuto». L'azzurro, dopo aver nuotato da solo e superato la batteria dei 100 dorso, non è riuscito ad accedere alla finale. Cosa che è riuscita a Simona Quadarella (ore 13, Rai Sport) che nei 1500 lancia la sfida all'arrabbiata Katie Ledecky, sconfitta nei 400.
«Sono contenta ma in gara metterò il veleno, proverò a giocarmela», la promessa di Simona che ha chiuso in 15'5159, secondo tempo della carriera. A Gwangju, nella «Provincia della Luce», l'Italnuoto non ha ancora acchiappato un oro. Anche per questo, al momento, rimane un Mondiale con più ombre che luci.
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