Torino Avversaria di se stessa, la Juventus. E pertanto a caccia di record. Perché - per dirla con Garcia - il «campionato noioso già vinto con due mesi di anticipo» necessita comunque di un po' di peperoncino. Quello che la Signora settimanalmente spruzza un po' qua e un po' là, aggiornando record e mettendone altri nel mirino: stasera per esempio, dovesse arrivare la vittoria contro il Parma, i bianconeri centrerebbero la quindicesima vittoria di fila quest'anno allo Stadium superando il Toro dello scudetto 1976. A quel punto, i Conte Boys si lancerebbero alla rincorsa del record assoluto di successi consecutivi (21), detenuto dal Grande Torino a cavallo di due campionati: il libro dei Guinness è insomma l'avversario numero uno e probabilmente l'unico rimasto tra i patri confini. Dopo di che, la squadra di Donadoni rappresenta sulla carta un bocconcino per nulla facile da digerire: gli emiliani non perdono da quasi cinque mesi e 17 giornate, ovvero dall'andata al Tardini proprio contro i bianconeri (0-1, Pogba). Nel girone di ritorno sono secondi solo alla Juve (21 punti, uno in più della Roma), in trasferta hanno un ruolino di sei vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte e, insomma, qualche speranzella ce l'hanno anche loro. «Partita da bollino rosso», dice Bonucci. Cui seguirà domenica sera quella contro il Napoli al San Paolo: in caso di altri sei punti - ma pure quattro basterebbero - anche Conte sarebbe costretto ad ammettere che «les jeux sont faits» concentrandosi così sull'Europa League e su una doppietta che nobiliterebbe ancor più la stagione.
A corollario del tutto, la rincorsa a quota 100 che mai nessuno ha raggiunto: nelle nove giornate rimanenti servono ancora 22 punti, ovvero sette vittorie, un pareggio e una sconfitta. Impresa fattibile, certo che sì. E se si fallisse quella, ci sono comunque da superare i 97 punti dell'Inter di Mancini 2006/07, quando la Juve era in serie B eccetera eccetera. Una Juve che di recente si è messa a vincere con il minimo scarto: quattro successi degli ultimi cinque sono arrivati per 1-0, punteggio finora verificatosi in campionato otto volte mentre due anni fa erano state quattro e la stagione scorsa cinque. «Ci gestiamo meglio - ha spiegato Conte - anche perché, giocando così spesso, non si può avere sempre l'intensità bestiale del primo scudetto».
I risultati sono però lì che certificano una superiorità imbarazzante, con la porta inviolata da 489' e una squadra che va a segno da 42 partite di fila. Oggi, tra gli avversari, ci sarà anche quel Paletta che non solo Prandelli ha già dimostrato di apprezzare: pure la Juve ci ha insomma messo gli occhi addosso e, tenuto conto che Giovinco (neanche convocato per i postumi di un infortunio) l'anno prossimo farà certamente le valigie avendo nel frattempo mantenuto parecchi estimatori tra i ducali, l'ipotesi di vedere l'oriundo tra qualche mese di bianconero vestito non è così campata in aria.
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