Roma-Milan che bontà «Faraone come Ibra» «Zeman è un maestro»

MilanelloZeman firma la tregua con gli arbitri. «La Roma poteva avere 10 punti di più a causa di alcuni errori» la sua frase che non evoca scenari foschi nè chiama direttamente in causa i fischietti. Allegri lo imita ma con i critici, in passato molto severi col suo lavoro e quello della squadra rossonera. «Piano con gli aggettivi, non abbiamo fatto ancora niente» la sintesi molto realista del livornese. Zeman tesse l'elogio di El Shaarawy: «Ha di fatto rimpiazzato Ibrahimovic, ha solo 20 anni, può fare ancora meglio» il giudizio del boemo che ha sempre avuto un debole per i ragazzotti alle prime armi. Allegri punta il fascio di luce su Totti: «Sembra che gli abbiano tolto degli anni, si è messo a correre e giocare, se tocca la palla inventa sempre qualcosa».
Roma-Milan, primo spareggio tra gli inseguitori più temuti, accende i riflettori nella speranza di assistere a bel calcio, grazie ai due attacchi che sfornano gol in quantità industriale. E che importa se dietro, in difesa, da una parte e dall'altra un po' si balla. Per esempio, detta Allegri: «Se ci distraiamo come col Pescara, in 10 minuti possiamo prendere 3 gol dalla Roma». Zeman sull'argomento non la pensa allo stesso modo ma visto che da qualche turno la sua difesa sembra blindata e adesso deve rinunciare a Castan e ha Marquinhos infortunato, spera che continui il periodo sì. «Entrambe le squadre fanno gol palla a terra, io vorrei per una volta riuscire a far gol da calcio piazzato invece che subirlo» il pensiero di Allegri .
Zeman ha nostalgia del Berlusconi presidente di calcio («ha sempre fatto bene»), Allegri invece ha una stima gigantesca per il boemo, «è il più bravo a far giocare le squadre e il più bravo insegnante di calcio», e per la rosa della Roma, «tecnicamente tra le prime tre del campionato». Sembra la premessa di una serata scandita dal “volemose bene” ed invece è già il primo verdetto su chi può aspirare alla rimonta autentica e chi deve invece continuare a macinare carbone per raggiungere la zona europea della classifica. Zeman non ha coppe in cui misurarsi, Allegri può abbracciare Tito Vilanova e allontanare la sagoma grifagna del Barcellona per occuparsi di mercato che forse è lo snodo decisivo della vita milanista. «Sarà decisivo l'esito del viaggio di Galliani in Brasile» è la frase-civetta di Allegri che sembra ormai rassegnato a perdere il suo figlioccio Robinho e a liberarsi di Pato, fin qui un peso per la squadra e per il tecnico a causa della sua fragilità muscolare. «Se dovessero partire entrambi, arriverebbe un attaccante importante che al 99% ha già disputato la Champions league» l'identikit di Allegri che può condurre in modo suggestivo subito a Balotelli .
Più ottimista del tecnico è il presidente rossonero Silvio Berlusconi: «Spero di trattenere almeno uno tra Pato e Robinho - dice a Roma prima di incontrare la squadra in ritiro -.

La saudade è una malattia che ha colpito molti professionisti in passato. Sul calciomercato - aggiunge - non ho nessuna idea tranne una sulle punte in casa. Mi piace molto questo Niang, che sembra Balotelli ma spero sia diverso come uomo».

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