La prima rosa tra i tulipani Nibali riparte dall'Olanda

Sfida Cancellara-Domoulin nella prima crono ad Apeldoorn Vincenzo nella morsa spagnola Valverde-Landa. Ma non solo

Pier Augusto Stagi

La prima rosa nel paese dei tulipani. Scatta oggi, dall'Olanda, la 99ª edizione del Giro d'Italia. In programma una cronometro individuale di 9,8 km: la sfida è tra l'immenso Fabian Cancellara, svizzero lucano, al quale manca solo di vestire almeno una volta in carriera la maglia del Giro, e il beniamino di casa il 25enne olandese di Maastricht Tom Dumoulin, che alla Vuelta, lo scorso mese di settembre, ha fatto sputare sangue a Fabio Aru fino alla fine prima di cedergli la maglia rossa.

È la dodicesima volta che il Giro d'Italia parte dall'estero, fuori dai confini nazionali, ed è la terza che prende il via dall'Olanda, terra di dighe e mulini a vento, ma anche di piste ciclabili e ciclismo. Da queste parti, la bicicletta è vista come una divinità da adorare e amare come poche altre cose al mondo. È strumento di locomozione e svago, ma è soprattutto simbolo di uno stile di vita che ha accompagnato il Paese nel terzo millennio a misura di bicicletta.

Dai mulini alla Mole. Da Apeldoorn a Torino (l'ultimo arrivo sotto la Mole nel 1982, il Giro di Hinault), un viaggio lungo tre settimane, 21 tappe e 3.463 chilometri. È la terza volta che si parte dal Paese dei tulipani: i precedenti nel 2002, a Groningen (cronoprologo vinto dallo spagnolo Dominguez), e nel 2010, ad Amsterdam (Wiggins la prima maglia rosa). Oggi una crono, poi due frazioni pianeggianti, dove a sfidarsi per la maglia saranno soprattutto i velocisti. Occhi puntati quindi sui tedeschi Marcel Kittel e André Greipel, il vincitore dell'ultima Sanremo, il francese Arnaud Démare, e il giovanissimo talento australiano Caleb Ewan. Ma segnatevi anche i nomi di Elia Viviani, Giacomo Nizzolo, Sacha Modolo e Jakub Mareczko.

Dopo i tre giorni olandesi e un giorno di riposo, si ripartirà da Catanzaro a Praia a Mare, per risalire lo Stivale. Il primo arrivo in salita? A Roccaraso al termine della sesta tappa. Poi la 13ª tappa da Palmanova a Cividale del Friuli con quattro salite inedite (Montemaggiore, Crai, Cima Porzus e Valle); la 14ª Alpago-Corvara con sei Gpm tra cui Pordoi, Sella, Giau; la 19ª Pinerolo-Risoul con il Colle dell'Agnello che porta a quota 2.744 metri e sarà la Cima Coppi del Giro; la 20ª Guillestre-Sant'Anna di Vinadio che si snoderà in gran parte in Francia con tre cime oltre i 2.000.

Si parte dall'Olanda e in questo Giro che sogna di poter tornare a parlare italiano (lo scorso anno il successo andò ad Alberto Contador), potrebbe arrivare un olandese. Un guastafeste, una sorpresa che sorpresa non è, visto che Dumoulin è capace di mulinare i pedali come pochi al mondo nelle prove contro il tempo ed è decisamente in grado di resistere e lottare anche sulle salite più arcigne, anche se va verificato sulle strade del Giro, che sono uniche e ineguagliabili.

Oltre al talentuoso e coriaceo ragazzo di Maastricht, ci sarà il numero uno del ciclismo mondiale Alejandro Valverde, cacciatore di classiche, vincitore di una Vuelta e terzo al Tour un anno fa. E poi l'altro spagnolo Mikel Landa, ex compagno di Nibali, terzo un anno fa alla corsa rosa e, per esigenze di squadra, più volte fermato per aiutare Aru. Quest'anno il basco verrà con una maglia nuova, quella del team Sky e nuove ambizioni: vincere. Ma oltre a Valverde, Landa e Dumoulin, Nibali dovrà fare i conti anche con il polacco Rafal Majka, i colombiani Rigoberto Uran e Esteban Chavez, il canadese Ryder Hesjedal, che un Giro l'ha già vinto. Rispetto ad un anno fa, dove in pratica c'erano solo Contador e Aru, più un Landa frenato, il livello di partecipazione di quest'anno è di molto superiore. La sfida non sarà scontata, tutt'altro.

Si parte dalla regione del Gelderland, terra di dighe e mulini a vento, biciclette e piste ciclabili. Da queste parti amano l'Italia e le nostre bellezze. Tra le cose di casa nostra che meritano di essere viste c'è anche a pieno titolo il Giro.

Non lo diciamo noi, inguaribili ottimisti, ma ce lo dicono e ce lo rammentano loro gli olandesi e le tante città europee che sono in lista di attesa - nel modo più semplice e convincente: pagando profumatamente (più di due milioni di euro) a Rcs Sport il disturbo dell'aver portato il Giro fuori casa.

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