Rossoneri in risalita Contro il Pescara con Robinho trequartista

MilanelloAdesso che il Milan comincia a ingranare, anche Allegri può togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Nessuna illusione, intendiamoci. «Siamo a 5 punti dal sesto posto», segnala per non confondere la realtà dura da masticare con le morbide aspettative di tifosi e società. Perciò è indispensabile inserire la quinta marcia contro il Pescara per presentarsi a Roma sabato 22 dicembre alla sfida spareggio con la Roma con il sorriso sulle labbra (risparmiato Mexes perché diffidato). Il primo sassolino è riferito alla sua nuova condizione di tecnico non più sbertucciato ma rimesso in panchina da Silvio Berlusconi e perciò con un futuro meno precario, sparite le voci su Guardiola. «In verità mi sono sentito sempre stabile. Sono arrivato al Milan e quando mi hanno dato la squadra per vincere ho vinto, quando mi hanno dato la squadra per costruire un nuovo ciclo mi sono adattato con grande entusiasmo», la mirabile sintesi del livornese che può esibire anche qualche scommessa vinta. La scoperta di Constant terzino, ad esempio, il rilancio di Zapata («ogni tanto si addormenta, gliel'ho detto»), la valorizzazione di Montolivo e l'esplosione di El Shaarawy, il lento recupero di Nocerino e Boateng: non proprio ordinaria amministrazione. Per questo a un certo punto può guardare la platea dei cronisti e prendersi una rivincita con la seguente riflessione: «Forse sono stato messo in discussione anche troppo». Forse.
L'altro sassolino è quasi un macigno ed è indirizzato a Torino, ad Antonio Conte, autore di una stoccata in settimana. Aveva dettato Conte: «Vincere una volta può capitare a tutti, un colpo di fortuna anche, specie se trascinato da qualcuno (Ibrahimovic, ndr). Ripetersi invece è molto più difficile». Hanno chiesto ad Allegri: si è riconosciuto in quell'identikit? La prima risposta, di pancia, del livornese atipico è stata la seguente: «Veramente noi del Milan ci eravamo ripetuti... Poi il destino…». Dove quel destino sta per Muntari e il famoso gol non visto da Tagliavento e Romagnoli. Più avanti, ripulita di ogni veleno, la risposta articolata è sempre più appuntita. «Sia la Juve che l'Inter hanno speso durante l'ultima edizione del calciomercato un bel po' di milioncini e infatti la Juve è prima in classifica e l'Inter è subito dietro», la didascalia di Allegri.
Adesso che il Milan comincia a ingranare e che lo stesso Silvio Berlusconi è pronto a realizzare 3-4 nuovi acquisti, rigorosamente under 22, anche Allegri può dedicarsi al mercato e fissare per la prossima settimana un bel summit con Braida e Galliani durante il quale studiare le prossime strategie che passano naturalmente dal nodo Robinho. Secondo Galliani il brasiliano è «vittima della saudade», secondo Berlusconi «stanno tutti provando a convincerlo a restare», secondo il papà «è inutile illudere i tifosi del Santos, rimarrà al Milan», secondo Allegri infine «credo e spero di non perderlo perché anche quest'anno risulterà decisivo con assist e gol». Perciò non è una notizia la conferma del brasiliano come nuovo trequartista della coppia Pazzini-El Shaarawy per forzare il blocco del Pescara che è la seconda patria di Allegri («ho conservato molti amici oltre che bellissimi ricordi»).

Semmai lo è la conferma della nuova gerarchia dei portieri (Amelia è titolare in campionato, Abbiati in coppa Italia) e il sorpasso di De Sciglio su Abate. Di sicuro nell'immediato futuro c'è l'esigenza di un portiere giovane ma dal talento garantito: occhio al ventenne Perin del Pescara (cartellino del Genoa).

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