Stropicciata, arruffona, soprattutto inoffensiva: l'Inter si ferma di fronte al Sassuolo e sbaglia la ripartenza post vacanze (e Coppa Italia). Finisce 0-0 e se qualcuno può recriminare è De Zerbi, non Spalletti. Male l'Inter, malissimo Icardi, cui l'unico assist di serata lo offre dialetticamente Marotta («nessun problema, si tratta solo di mettere le firme»). Per il resto, nulla. Per quanto piangano cassiere e abbonati, non è certo una partita a porte chiuse. Quello dei bambini è tifo rigorosamente non organizzato, senza striscioni e mortaretti e tamburi, ma non per questo è meno bello o meno chiassoso. A un certo punto (6' pt) si alza addirittura un coro «Juve Juve» dal primo anello verde, sotto la curva Nord, casa Inter che più casa non si può. Sconcerto in tribuna, figuriamoci in campo, semmai hanno sentito. Questione di secondi: ci pensa il resto degli 11 mila bambini a smorzare gl'intrusi bianconeri.
L'ingenuità porta all'esultanza quando (17' pt) Vecino mette oltre Consigli un pallone a gioco fermo. E poi «chi non salta è rossonero», forza questo e forza quello, ma mai un coro offensivo o parolacce verso gli avversari, di serata o tradizione. Non poteva essere altrimenti nella serata che consegna al mondo del calcio la nuova e più bella versione dei buu, quel «fratelli universalmente uniti» (Brothers Universally United, da cui appunto l'acronimo buu) in cui si specchia la storia dell'Inter e di gran parte della sua tifoseria (l'importante da domani sarà prendere davvero le distanze dalla minoranza malata e pericolosa).
Giocatori abbracciati e mischiati nella foto a bordo campo prima del fischio d'avvio, ma il clima amichevole dura poco: dopo 2' Berardi è già a terra, steso al limite dell'area da Asamoah, risparmiato di fallo dall'incerto (e casalingo) arbitro Pairetto (perché le colpe dei padri ricadono sempre sui figli?). La partita non è mai bella, ma spesso è combattuta e sempre è equilibrata. Per mezz'ora l'Inter prova ad attaccare a testa bassa, ma non scalfisce il muro del Sassuolo, che corre di più e soprattutto corre meglio, sapendo dove farlo. Solo le rudezze di Brozovic (il giallo arriverà nella ripresa, all'ennesimo fallo) e Vecino limitano i contropiede emiliani, ispirati da un ottimo Sensi. È De Vrij a regalare a Locatelli un rigore in movimento, che l'ex milanista calcia male e fuori (14' pt). Boateng centravanti più o meno finto, Berardi esterno molto esterno, Duncan spina sempre insidiosa. Consigli sventa almeno due palle gol prima dell'Intervallo (31' piatto al volo di Politano; 40' rasoterra di Vecino).
Nella ripresa, il copione sembra lo stesso. Cambia il ritmo, più lento.
Il Sassuolo a mancare il gol per primo (10' st Boateng di testa, bravo Handanovic) e per ultimo (45' st Boga diagonale, Handa ancora efficace): in mezzo tanto vuoto nerazzurro e un colpo di testa di Lautaro, che illude nuovamente i bambini. Alla fine i più tristi sono loro (meno gli juventini, ovviamente).
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