nostro inviato ad Appiano G.
Un derby d'Italia d'altri tempi. Così decisivo, senza appello, non lo si vedeva da tempo. Negli ultimi venti anni si contano sulle dita di una mano. A ritroso c'è un Juventus-Inter nel 2009 con l'occasione per i bianconeri di riaprire il discorso scudetto. Poi quello che avrebbe portato al 5 maggio, mancavano otto turni e le rivali viaggiavano a distanza di un punto. Stesso copione del '98, quello del contatto Iuliano-Ronaldo. Venti anni fa come oggi mancavano quattro giornate alla fine.
Stavolta però gli obiettivi sono diversificati. Ma è forse ancora di più una sfida tra affamati, perché mai come stasera a fare la differenza sarà la fame. Il derby d'Italia mette in tavola un menù ricco per i 78.532 di San Siro (record assoluto d'incasso a oltre 5 milioni) e per il mondo collegato (190 paesi): Champions e scudetto. Vietato guardare nel piatto dell'avversario: l'Inter si gioca il ritorno nella grande Europa; la Juventus il settimo scudetto consecutivo. Per la società nerazzurra l'obiettivo è di fondamentale importanza per provare a progettare un futuro diverso. Invece mantenere lo scudetto sulle maglie permetterebbe al club bianconero di gestire nel migliore dei modi l'inevitabile rifondazione alla quale va incontro. Il pareggio non serve a nessuno. Il futuro può aspettare, anche se centrare il traguardo può cambiare la storia. Massimiliano Allegri: «Penso solo a quello che bisogna fare». Luciano Spalletti: «Anche senza il risultato restano il viaggio e i viaggiatori. E l'anno prossimo non si ripartirà da zero».
Però molto passa dal derby d'Italia. Allegri l'ha detto e ripetuto: «La sfida di San Siro è decisiva». Luciano Spalletti non è stato da meno: «Ci giochiamo qualcosa di grandioso per rimettere le cose a posto con la nostra storia». Anche se subito aggiunge: «Ci metterei la firma per andare a giocarmi la Champions all'ultima giornata contro la Lazio». Ma contro la Signora non si fanno calcoli: «In queste partite non bisogna nascondersi: chi lo fa viene subito stanato...». Max si aspetta dai suoi «una prestazione tosta, altrimenti non si esce vivi da San Siro: è una gara in cui ti devi mostrare». La palla rimbalza da Torino a Milano. La ricetta di Allegri è semplice: «Coraggio e spensieratezza, così è probabile che vinceremo lo scudetto». Spalletti ribatte: «Bisogna prendersi le responsabilità». A ognuno la sua massima. Allegri: «Il vecchio detto chi vince è un bravo ragazzo e chi perde... vale sempre». Spalletti dissente: «È la guru academy... Non mi sento bravo quando vinco o coglione quando perdo...». Piuttosto ricorda che il «saggio del calcio dice che prima e dopo la giocata illuminante bisogna portare a casa i contrasti». Tradotto l'Inter proverà ad essere aggressiva, Spalletti ha visto e rivisto la gara del Napoli a Torino. La Signora, se messa sotto pressione, soffre e non poco. Perché in questo momento la Juventus non sta benissimo fisicamente. E Allegri ha pure il caso Dybala: «Ora non contano gli obiettivi personali, ma quelli della squadra». Tutto porta a pensare alla Joya in panca dopo la sostituzione contro il Napoli. Ma la vera sorpresa è il fatto che potrebbe essere arrivato il momento di Cuadrado terzino. L'Inter sarà la solita.
All'andata finì zero a zero. Ma sarà una sfida diversa. Si confrontano le due difese migliori, gli attacchi hanno interpreti perfetti come Icardi e Higuain. Ma è a centrocampo che le squadre faranno la loro fortuna, dove si incroceranno le traiettorie di Rafinha e le idee di Pjanic. Ma si torna sempre alla fame. Si parla tanto di una Signora furiosa dopo il Napoli, Spalletti replica: «Se loro sono arrabbiati, figuratevi noi che da sette anni non si vince nulla.
Saremo ferocissimi». Mai come questa volta il pareggio servirebbe a poco o nulla, ma Spalletti non prende in prestito il motto bianconero «vincere è l'unica cosa che conta». Non commenta. È pur sempre il derby d'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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