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La Serie A si spacca anche sui miliardi dei Fondi

Cvc frena, Bain Capital e Avent alla finestra. Pronto a entrare anche Fsi. Ma i club "litigano"

La Serie A si spacca anche sui miliardi dei Fondi

Fondi, tanti fondi, tutti di private equity, sono interessati al calcio di serie A. Improvvisamente è diventata l'isola del tesoro perché in gioco ci sono i diritti televisivi e commerciali del prossimo triennio (2021-2024) da valorizzare e mettere sul mercato. D'altro canto il business è sotto gli occhi di tutti, quantificato dallo studio della Deloitte che ha certificato in 2,5 miliardi l'anno il volume d'affari del campionato di serie A. Il primo a fare la scoperta è stato CVC, con base in Lussemburgo, che ha già ricoperto un ruolo nello sport con la formula uno e che prima del lockdown ha spedito sul tavolo di Dal Pino una lettera d'intenti chiedendo e ottenendo un'esclusiva in scadenza questa mattina. I termini, generici, della proposta prevedono l'anticipo di una cospicua somma, 2,2 miliardi di euro in cambio di azioni del 20% della Lega, al fine di creare una newco per gestire -durata 10 anni- i diritti tv e commerciali del campionato con ricadute anche nel ramo costruzione nuovi stadi. Non è rimasta sola. Negli ultimi giorni sono aggiunti altri due concorrenti dello stesso spessore finanziario, e cioè Bain Capital e Advent International, entrambi con sedi a Boston, negli Usa.

Il primo dei due, che tra l'altro schiera come advisor Marco Fassone, ex ad del Milan poi licenziato da Elliott quando subentrò al misterioso cinese, ha fatto sapere di essere pronto a far salire a 3 miliardi la sua offerta in cambio del 25% delle azioni; il secondo ha ritoccato leggermente in rialzo l'offerta. A questo punto CVC ha frenato la sua azione e non ha completato l'operazione con una offerta vera e propria, dettagliata. Vuole prima conoscere l'orientamento dei presidenti e poi entrare nei particolari dell'operazione. Intendiamoci: gli altri due fondi hanno finora manifestato interesse, senza spingersi oltre.

Lo scenario così definito può consentire al presidente Dal Pino, durante la prossima assemblea, di mettere all'ordine del giorno, il prezioso argomento lasciando campo libero all'orientamento dei presidenti divisi, tanto per cambiare, in due schieramenti. Chi è favorevole - perché intravede all'orizzonte il flusso notevole di liquidità per superare la crisi post Covid - e chi è invece preoccupato di impegnarsi in un prestito a così lunga scadenza (10 anni eventualmente rinnovabili). Tra questi ci sono anche i sostenitori della vecchia proposta di Mediapro (rappresentata da Marco Bogarelli). Secondo talune fonti finanziarie sta per arrivare anche un quarto concorrente, identificato in FSI, il gruppo di Maurizio Tamagni che ha come advisor lo studio Carnelutti.

Per la serie non ci facciamo mancare niente, sempre per oggi giovedì 25 giugno, un giovedì da leoni, è fissato a Roma il consiglio federale che ha in agenda provvedimenti riferiti in particolare al calcio femminile (istituzione di serie B tra gli altri).

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