Non sarà simpatico a tutti (De Laurentiis gli ha dato del catenacciaro) e c'è chi a Torino vive ancora di nostalgia per Conte. Max Allegri - tanto per citare il Poeta - «non si cura di lor, ma guarda e passa». Si limita a fare il suo lavoro, senza pensare a ottenere consensi, badando al sodo. «Ci sono anche quelli che vengono lasciati dalle fidanzate e rimangono nostalgici, io cosa posso farci?», la battuta nella pancia del San Paolo di Napoli.
Da dove è partita ufficialmente la rincorsa al Triplete, già sfiorato nel 2015 e quotato a 15,00 dal tabellone Snai. Un traguardo centrato finora da sette club, tra i quali l'Inter di Mourinho del 2010, al quale puntano anche il Bayern («ci pensiamo e ci vogliamo provare, vogliamo tenere vivo il sogno il più a lungo possibile», dice Ancelotti) e il Barcellona che sarà l'ostacolo più serio da superare. Il cammino bianconero è tracciato: il sesto scudetto, il terzo con il suo timbro - come fu per Conte - sembra una formalità anche se la matematica e lo scontro diretto all'Olimpico del 14 maggio non taglia ancora fuori la Roma; la terza finale di Coppa Italia consecutiva - il suo predecessore ne giocò una e la perse - potrebbe essere propedeutica (Lazio permettendo) a un tris storico. Resta la Champions e la doppia sfida con il Barça, la squadra che due anni fa a Berlino risvegliò bruscamente dal sogno la truppa bianconera.
«Vogliamo la rivincita - il grido di battaglia di John Elkann, presidente della Exor, la holding del club - ed è bene parlare di risultati soltanto una volta ottenuti (in riferimento al Triplete, ndr)». Cinquantotto i giorni che mancano al traguardo della stagione, Allegri e la Juve vogliono viverli tutti sul campo e arrivare così alla tappa di Cardiff del 3 giugno, sede della finale di Champions. Un totale di 14 gare, al momento sicure solo 11.
Venti i giocatori schierati in totale dal tecnico toscano nella quattro giorni napoletana che doveva essere una sorta di preparazione alla sfida con il Barcellona. «La squadra di Sarri gioca in maniera simile a quella di Luis Enrique», ha sottolineato Allegri alla vigilia della seconda gara al San Paolo. La Juve di Napoli non è stata nè bella nè spettacolare, ma straordinariamente concreta: spreco minimo di energie, con due formazioni diverse schierate tra Campionato e Coppa, massimo risultato con il pari di domenica e il ko indolore di mercoledì.
La sintesi fra le due gare dovrà rappresentare il meglio - così sperano Allegri, la tifoseria juventina e la dirigenza bianconera - da mostrare nella doppia sfida della prossima settimana agli extraterrestri blaugrana che continuano a far paura. «Ma la Juve ha già il rispetto degli altri club a livello internazionale», ha sottolineato più volte l'allenatore che ha raggiunto la mission di cui il club lo aveva investito. Nel fatturato i bianconeri sono ancora lontani dalle big, tecnicamente sono ormai fra le prime cinque. Con una finale di Champions già all'attivo, nonostante la celebre profezia del ristorante, non azzeccata, di Conte.
Allegri pensa al Triplete, il club anche al rinnovo del contratto del tecnico per respingere le sirene di Arsenal e Barcellona. «Si parla sempre di futuro, a noi interessa il presente. In questo senso Allegri è assolutamente ingaggiato e ha delle bellissime sfide davanti», così Elkann.
Ecco che a fine aprile Max potrebbe comunicare le sue intenzioni: probabile che continui a sposare il progetto Juve. «A Torino sto bene, ci sono poche società in giro superiori o almeno alla pari dei bianconeri», dice. Intanto ha iniziato il conto alla rovescia verso Cardiff.
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