Tra i tanti record che la Juventus di Conte ha già battuto, ce n'è uno che ha dato più fastidio che altro. Ed è un record che stasera, a Copenaghen, dovrà per forza di cose terminare grazie a una vittoria, pena il rendere particolarmente ardua la qualificazione agli ottavi di Champions League: dopo l'1-1 casalingo contro lo Shakhtar Donetsk, i bianconeri sono infatti diventati la prima squadra a pareggiare otto gare di fila nelle due manifestazioni continentali. Ovvero: i sei segni x ottenuti nell'Europa League di Del Neri, più i due di questa Champions. L'ultima vittoria risale al 26 agosto 2010 (1-0 allo Sturm Graz nel ritorno dei playoff dell'ex Coppa Uefa): un'eternità, per chi ha l'ambizione di primeggiare non solo in Italia. Ecco: stasera contro i danesi del Nordsjaelland, sullo stesso campo dove ha già maramaldeggiato il Chelsea (4-0), la Juve non potrà esimersi dall'interrompere quella serie infinita di pareggi. Avrà di fronte una squadra composta da dilettanti o poco più e, insomma, non ci sono alternative: bisogna fare capire anche all'Europa che la vera Signora è tornata e che le 46 partite di imbattibilità sono un biglietto da visita che deve spaventare davvero anche le grandi potenze internazionali. «È ora di vincere - ha logicamente ammesso Marchisio -. Loro giocano comunque un buon calcio e in Europa è tutto diverso, perché in Italia conosciamo sempre molto bene i nostri avversari». «Hanno giocato bene sia contro lo Shakhtar che con il Chelsea - ha aggiunto Alessio -, il loro possesso palla merita massimo rispetto».
Se poi sul campo le Tigri si riveleranno Tigrotti, meglio per la Juve. La quale avrà come amuleto anche un vero danese, ovvero quel Nicklas Bendtner per il momento ignorato da Conte e che paradossalmente non ha nemmeno mai giocato nel campionato di casa sua essendo stato comprato dall'Arsenal quando aveva sedici anni. «Io sto bene e sono pronto - scalpita lui -. Non ho mai avuto un allenatore che ti fa lavorare come Conte». Visti i risultati della squadra, non è evidentemente piaggeria e i 13 gol segnati finora nel secondo tempo (con 11 punti conquistati rispetto al risultato dell'intervallo) certificano una solidità mentale e fisica del gruppo da fare davvero paura in senso buono. «La vera forza della Juve, secondo me una delle migliori squadre al mondo, è il collettivo - ha detto ieri il tecnico danese Kasper Hjulmand -. Pirlo è unico, ma noi cercheremo di non farci spaventare e proveremo a giocare con la nostra solita filosofia: contro Shakhtar e Chelsea, pur perdendo, abbiamo avuto le nostre occasioni».
Sarà la seconda volta della Juve in terra danese: il solo precedente risale al 15 settembre 1982, primo turno di Coppa Campioni quando i bianconeri batterono 4-1 l'Hvidovre con gol di Platini, Rossi, Brio e Cabrini. Una partita che ha avuto anche un'eco cinematografica: nel film per principianti del regista danese Lone Scherfig, viene infatti raffigurata una piccola comunità alla periferia di Copenaghen della quale fa parte un cameriere talmente innamorato della Juve, dopo averla vista battere i suoi connazionali, da indossarne sempre la maglietta.
Non un film da Oscar, ma certo un bel segnale per il fascino bianconero che stasera andrà rinverdito: recuperati Buffon e Vucinic, in attacco possibile l'impiego di Matri. Isla e Caceres potrebbero essere gli esterni, mentre Pogba insidia Vidal: è nata una stella.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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