La Signora è sull'orlo di una crisi di nervi

Le ingiurie della curva al club turbano la vigilia. E le parole di Allegri sulla Champions...

La Signora è sull'orlo di una crisi di nervi

Torino Sull'orlo di una crisi di nervi. Così pare, almeno. Perché la Juve, che in Italia domina e che in Champions sogna di rimontare lo 0-2 del Wanda Metropolitano, non vive certo giorni sereni. Così, dopo il paradossale venerdì sera vissuto allo Stadium con la curva Sud in aperto contrasto con il resto dei tifosi ieri in prossimità dell'impianto bianconero sono comparse scritte dal tono inequivocabile: «Dirigenza incompetente senza rispetto per la sua gente», «Società Juve infame», «Agnelli verme», «Caroprezzi, repressione e indifferenza e volete pure la bolgia?». Certo non il miglior modo per avvicinarsi alla partita con la P maiuscola di martedì contro l'Atletico Madrid: frattura netta e difficilmente sanabile in tempi brevi, a spanne.

Con anche un allenatore che, pur sostenendo di trovarsi bene «nel casino, perché mi diverto», ha alzato la voce nel post Udinese: «Se uscissimo dalla Champions, non sarebbe un fallimento le parole di Allegri -. Faremo di tutto per passare, ovvio. Se poi non ci riuscissimo, ci riproveremo l'anno prossimo». Sguardo accigliato, ditino alzato e, sollevando il pallone di fronte a sé, una rivendicazione chiara e netta: «Quando sono arrivato, c'era gente che aveva paura di affrontare il Malmoe e che era di questo colore qui (bianco, ndr) prima di giocare una partita di Champions. Da quando ci sono io, la coppa è stata sempre un obiettivo: sia chiaro. Dopo di che, ognuno faccia il proprio lavoro: se si vuole dire che la nostra eventuale eliminazione sarà un fallimento, pace».

Punto e a capo. Prendendo anche atto, rispetto a pochi giorni fa, della (mezza) novità per cui Allegri si è riferito alla stagione che verrà come se la cosa lo riguardasse direttamente: messa così, c'è allora da pensare che la cena infrasettimanale con il presidente Agnelli abbia cementato il rapporto e che tutte le voci su Zidane, Guardiola e compagnia non abbiano ragione di esistere. Si vedrà. Intanto, tutte le energie attuali devono essere rivolte alla sfida con i colchoneros, «snodo talmente importante e ostacolo così grande che, se mai dovessimo qualificarci, magari andremo dritti in finale». Quella è la speranza, alimentata anche da un video motivazionale diffuso ieri dal club sui social con due ragazzi che si spronano a vicenda dicendo «non possiamo sbagliare nulla, abbiamo già fatto rimonte pazzesche, mai mollare, siamo pronti a ritornare...». Speranza da inseguire avendo tra l'altro risparmiato le forze contro l'Udinese e pensando a qualche magheggio per sorprendere Simeone.

Magari, complici le assenze, riproponendo la difesa a tre con l'inserimento di Caceres oppure promuovendo Spinazzola sulla fascia sinistra e rilanciando Cancelo a destra. Allegri è tipo da intuizioni vere e geniali: se poi qualcuno dovesse rimanerci male in caso di esclusione (a Dybala potrebbe preferire Bernardeschi), sappia che prima viene il bene comune. Nervi permettendo.

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