Sinner: "So dentro di me di non aver fatto nulla"

L'azzurro: "Io pulito e corretto. È stata dura e ancora lo è". Licenziati preparatore e fisio. Arriva l'ex di Nole

Sinner: "So dentro di me di non aver fatto nulla"
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L'allenamento con Lorenzo Musetti, l'incontro con la stampa, il licenziamento di metà del suo team. Le giornate di Jannik Sinner ultimamente sono un po' agitate, era chiaro ormai da tre giorni che il caso Clostebol era finito con un'assoluzione ma non per tutti. Per Umberto Ferrara e Giacomo Naldi ieri l'inevitabile addio ufficiale: il preparatore fisico è colui che ha acquistato il Trofodermin senza avvisare il campione; il fisioterapista si è curato un taglio al dito con la crema data da Ferrara, e considerata doping, prima di massaggiare i muscoli e l'anca di Sinner. Due grandi professionisti caduti in una disattenzione imperdonabile. E infatti il loro capo non ha perdonato.

Che sia stato un licenziamento o un accordo comune, poco importa. L'esito dimostra che quanto raccontato al International Tennis Integrity Unit sia l'assoluta verità. E come ha scritto Boris Becker su X, questa «è la decisione giusta!». Di sicuro, conoscendo Jannik, si tratta di una scelta dolorosa, ma anche il passato, quando si separò dal suo mentore Piatti, dimostra che la carriera viene prima dei sentimenti. E il taglio è stato netto, con un comunicato dell'ufficio stampa: «Ci siamo separati, gli auguriamo buona fortuna». All'angolo, oltre a Simone Vagnozzi e Darren Cahill, restano solo l'osteotapa Andrea Cipolla e l'amico-manager Alex Vittur. A New York, per la cura del fisico, ci si affiderà agli specialisti messi a disposizione dal torneo. Poi, la notizia bomba: probabilmente arriverà Marco Panichi, ex fisio di Djokovic.

Ma come sta Jannik Sinner alla vigilia dell'esordio negli UsOpen? Lo ha raccontato lui ai giornalisti nel media day dello Slam americano: «Quello che è successo non è ideale prima di uno Slam, ma so di non aver fatto nulla di sbagliato. Ho giocato con questo peso nella testa ed è andata bene comunque: il team mi ha tenuto su di morale. Sono contento ora di essere stato scagionato: chi è intorno a me sa che persona sono. Umberto e Giacomo sono stati importanti per la mia carriera, e li ringrazio, ma non posso più fidarmi dopo questo errore. È stato un momento duro e lo è ancora». E riguardo alle polemiche di qualche collega, ecco la risposta: «Chi risulta positivo ha lo stesso trattamento del mio: non ci sono scorciatoie. Capisco la frustrazione, ma forse altri giocatori sono stati sospesi perché non sapevano da dove venisse la sostanza. Io sono pulito e corretto: ho sempre rispettato le regole e sempre lo farò».

In precedenza aveva appunto affrontato Musetti in allenamento: nell'Arthur Ashe Stadium e poi su un campo periferico. Circondato dai due coach, a tratti ha dato spettacolo, deliziando i presenti con uno smash alto di rovescio e un diritto incrociato quando ha accelerato per provare il ritmo partita. E lasciando ben sperare per l'esordio di martedì contro McDonald.

Anche perché, come ha detto ieri Frances Tiafoe, sconfitto in finale a Cincinnati da Jannik, «gli enti responsabili hanno emesso il loro verdetto e deciso che può giocare. Conta solo questo». Ora conta solo il campo. Finalmente.

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