Torino Due gol nel primo tempo, tanto per non dare a nessuno l'illusione di poter scivolare sulla classica buccia di banana. Più quello nel finale di Rugani. Contro il Chievo, la Juventus fa quel che deve nonostante un rigore sbagliato da Ronaldo (il 22esimo su 126 tirati) a inizio ripresa: mette in fretta la partita in discesa grazie al primo gol stagionale di Douglas Costa, la controlla e già prima di metà gara la mette in ghiaccio grazie a un colpo di biliardo di Emre Can. E se fino a quel momento il Chievo aveva fatto il proprio dovere, non si poteva fare altro che prendere atto dell'inevitabile superiorità dei campioni d'Italia. Risultato: Napoli respinto a meno nove, in attesa della trasferta di domenica in casa della Lazio.
Del resto era difficile aspettarsi altro: troppo ampia la differenza dei valori in campo, trattandosi della prima contro l'ultima in classifica. Per di più, dopo la strigliata preventiva di Allegri («quando gli avversari sono in difficoltà, bisogna ucciderli»), i bianconeri non avrebbero potuto fallire: già omaggiati per la seconda volta del mancato ritiro prepartita, dovevano dimostrare al proprio allenatore di avere recepito il messaggio.
Detto e fatto, appunto. Con addirittura sei mancini in campo (Chiellini, Alex Sandro, Douglas Costa, Matuidi, Bernardeschi e Dybala: se non è record, poco ci manca), la Signora controllava il ritmo e giochicchiava. Si divertivano soprattutto i due esterni del 4-4-2 schierato da Allegri: Costa largo a destra, Bernardeschi dal lato opposto. Entrambi in gran spolvero: un tiro cross dell'ex viola dopo meno di dieci minuti non trovava nessuno in mezzo all'area per pura combinazione, ma appena prima del quarto d'ora arrivava la rete del brasiliano. Uno che ha gambe degne dei migliori palcoscenici e che la scorsa primavera aveva trascinato la Juve a una seconda parte di stagione di assoluta eccellenza: il suo sinistro da una ventina di metri abbondanti non lasciava scampo a Sorrentino e permetteva ai padroni di casa di immaginare un prosieguo di serata tranquillo. Cosa che in effetti avveniva, contro una squadra che comunque non rinunciava a giocare e che in tempi recenti aveva già fermato il Napoli (al San Paolo, addirittura) e l'Inter al proprio domicilio. Così, tra una sgroppata e l'altra di Bernardeschi, si arrivava anche al raddoppio firmato Emre Can (all'esordio nel tabellino marcatori) al termine di un'azione caratterizzata da ventotto dicasi ventotto tocchi di fila: assist di Dybala nello stretto, controllo di sinistro e tocco di destro nello spazio di mezzo secondo e forse meno. Tutto bello e tutto quasi facile, per chi gioca con leggerezza e spontaneità.
Sarebbe anche potuto arrivare il 3-0 appena cominciata la ripresa: Sorrentino però, alla bella età di 39 anni e dieci mesi, si toglieva la soddisfazione di parare un rigore a Ronaldo, già a secco all'andata all'esordio assoluto nel calcio italiano. I conti li chiudeva così Rugani, di testa, su punizione di Bernardeschi.Juve insomma più che mai padrona del vapore tricolore, in attesa di capire se vincerà il duello con l'Inter per riportare in Italia Darmian.
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