Toh, alla fine anche il duro concede qualcosa. Non che Antonio Conte si sia poi così ammorbidito, anzi. È solo che dopo la vittoria in sofferenza contro il Brescia, il tecnico nerazzurro ha concesso un giorno di riposo alla truppa. Un inedito quasi assoluto per un allenatore abituato a martellare i suoi per ricavare il massimo possibile. Del resto lo ha detto e ripetuto più volte in questa prima parte di stagione: «Dobbiamo lavorare tanto». E così ha fatto, nonostante i problemi che ripetutamente ha sottolineato.
L'ultima volta proprio l'altra sera negli spogliatoi di Brescia dove ha ribadito quanto la sua coperta sia corta per poter competere da protagonisti in Italia e in Europa. «Era la quarta partita in nove giorni giocata praticamente dagli stessi, aumenta il rischio di farsi male e sono preoccupato», ha sottolineato Conte. «Sabato c'è il Bologna, perché il nostro ciclo terribile prosegue. Sette partite in 20 giorni, non le ho viste fare da nessun'altra squadra». Un giorno di riposo, quindi, per ricaricare le batterie. Almeno un pochino, visto che fino a gennaio la squadra è questa, al netto degli infortuni (D'Ambrosio, Sensi, Vecino e Sanchez) e in attesa di quegli innesti sul mercato richiesti a gran voce e assicurati dalla coppia Zhang-Marotta, pronti a investire anche a gennaio per accontentare l'allenatore. «Marotta mi ha rasserenato? Non ne ho bisogno, io ho iniziato a capire cosa c'è nel pianeta Inter. Ma non dobbiamo pensare che è tutto ok, bisogna migliorare se vogliamo fare qualcosa di importante», ha sentenziato Conte.
Arturo Vidal resta il candidato numero uno, anche se sono arrivate parole di stima per
il cileno anche da Guardiola («Andassi in guerra lo vorrei al mio fianco»), Rakitic e Matic restano alternative di lusso. Ma da qui a gennaio c'è tempo. E le vittorie sono l'unico modo per ammorbidire Conte. Almeno un po'.
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