di Tony Damascelli
Allegri ripresenta Chiellini. Bernardeschi titolare. Restano a casa i tedeschi: Khedira e, a sopresa e con un po' di mistero, Emre Can, fermatosi improvvisamente (sabato sera era pronto per sostituire Pjanic) per un nodulo alla tiroide. La Juventus prova a ritornare normale dopo le sciocchezze tecniche e tattiche di sabato. L'allenatore ha detto che il pareggio con il Genoa è utile perché «fa tornare con i piedi per terra». Non ha spiegato chi avesse deciso di decollare. Probabilmente anche lui medesimo. Piccole note sulla prestazione: Mandzukic non è più un centravanti, sacrificato nel ruolo positivo di spalla di Higuain, ha smarrito senso e spirito del ruolo. Allegri ha in panchina Kean ma non ha il coraggio di schierarlo da titolare, tentando altre carte d'emergenza, Dybala, Bernardeschi e confermando Bentancur che è un diesel che non diventerà mai un'auto a benzina verde. Il ritorno di Chiellini restituisce sangue alla difesa slegata, Bonucci è un finto capitano, presume di essere Beckenbauer ma fatica a imitare Tino Castano, la sua gaffe sul gol del pari non è la prima, la Juve ha incassato quattro gol di testa e in tutte le occasioni il sedicente marcatore era il suddetto.
La presunzione con la quale la Juventus ha giocato la ripresa è figlia di una mentalità che nemmeno l'arrivo di Cristiano Ronaldo è riuscita ancora a trasformare. E' la halma voluta dall'allenatore dopo il vantaggio che diventa nervosismo quando si avvicina la fase finale della partita. Ovviamente la Juventus non può vincerle tutte, il Napoli lima il distacco, Ancelotti schiera in partenza due punte e due esterni, cosa che Sarri non pensava nemmeno a subbuteo, la corsa è sempre aperta ma la Juventus sa bruciare anche un uovo al tegamino, distraendosi nel momento in cui l'attenzione e la tensione agonistica dovrebbero avere la prevalenza. Dati che si riscontrano in Alex Sandro, in Pjanic, in Cuadrado, in Cancelo. Asterischi per una squadra comunque capolista imbattuta ma a Manchester occorre una Juventus diversa, nelle scelte e nella testa.
Cristiano non può vincere da solo e non può finire intossicato dal torpore del calcio italiano, così diverso da quello di Inghilterra e Spagna.Post scriptum: il vertice juventino attende la messa in onda di Report, stasera. Storia vecchia, archiviata e giudicata ma rilanciata per eccitare gli avversari.
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