Banale, quasi scontato eppure fondamentale: guai a sottovalutare la partita di oggi con il Genoa. Perché per l'Inter sarebbe un peccato mortale, significherebbe gettare via tutto quanto di buono fatto in questa prima parte di campionato con l'aggancio al Napoli al secondo posto e il ruolo di anti-Juve che ancora balla. «Scatta l'allarme rosso per i troppi complimenti avverte Spalletti - anche se i ragazzi hanno fatto vedere che hanno imparato le lezioni vissute in precedenza. Ma le insidie si trovano ad ogni angolo e le ultime prestazioni del Genoa sono la conferma». Semplice, un po' banale e anche scontato. Eppure da ribadire.
Perché l'Inter è tornata lì. Lo ha fatto con la grinta prima, con il gioco poi e con un gruppo forte e coeso sempre. Ed ora lì, in alto, ci vuole rimanere. «Non dobbiamo dire di essere forti ma dimostrarlo in ogni partita. Serve la garra giusta per vincere. Non vogliamo essere gli anti di qualcuno, noi siamo l'Inter». Per la classifica ma anche per i tifosi, tantissimi pure oggi a San Siro. «Abbiamo l'obbligo di diventare una squadra fortissima, bella, che gioca un calcio importante. Che possa meritare tutti quei tifosi che ci saranno anche domani (oggi, ndr). Bisogna meritarsi questo affetto e amore. Loro credono più di tutti nelle nostre qualità e noi dobbiamo essere dello stesso livello dei tifosi». E allora obbligo dei tre punti, anche grazie alla solita forza del gruppo. Spalletti non vuole sentire i termini turn over o tirare il fiato. Meglio parlare di rotazioni perché se l'allenatore ammette che qualcosa di diverso ci sarà anche in vista della super sfida di Champions di martedì con il Barcellona, secondo lui gioca chi è scelto a prescindere da chi sta fuori. Vale per tutti. L'esempio più lampante? Joao Mario, passato dal non essere mai sceso in campo al posto da titolare contro la Lazio. «È stato bravissimo, avevo bisogno delle sue qualità e le ha messe tutte al servizio della squadra, anche se fin qui non aveva mai giocato. Significa che ha sempre lavorato molto bene, come fanno tutti i giocatori. Non serve solo essere professionisti qui, ma professionisti da Inter», l'elogio di Spalletti che conferma una maglia da titolare per Lautaro Martinez. Con Icardi fuori. «È un calciatore di livello e ci può dare una mano importante. Ma se gioca è perché lo scelgo, è un giocatore di pari livello e di pari spessore rispetto a Icardi». Torna tra i convocati anche Nainggolan, oggi in panchina ma con qualche possibilità di giocare contro il Barça. «È uno tignoso anche quando ha un problema - spiega Spalletti - Ha ancora un po' di fastidio, difficilmente giocherà se non sarà necessario, ma la mezzora può farla tranquillamente».
Piuttosto, Nainggolan rappresenta un altro simbolo. In questa prima parte di stagione l'Inter lo ha avuto a disposizione poco o nulla. Eppure, anche senza quello che doveva essere il valore aggiunto, l'Inter è arrivata a un passo dalla vetta. Non male per Spalletti, che nell'ottica di rafforzamento societario commenta anche l'ormai imminente arrivo di Beppe Marotta nei quadri dirigenziali. «Un ottimo professionista, potrebbe dare il suo contributo.
Ma posso dire che ci sono molti professionisti importanti all'Inter che potrebbero dare il loro contributo alla Juventus». Uno per tutti, tutti per un unico obiettivo, in società come in campo. Il credo di Spalletti per un'Inter di nuovo vincente.
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