Un punto. Tanto basta per coronare un percorso iniziato nella scorsa stagione. Un punto per qualificarsi agli ottavi di finale di Champions League, dopo averla conquistata con le unghie e con i denti soltanto nel rush finale. Meglio delle previsioni, al di sopra delle aspettative, specie considerando le insidie, non poche, del girone capitato in sorte ai nerazzurri. Una sconfitta, alquanto preventivabile, con il Barcellona, il pari al ritorno con i blaugrana e poi due vittorie con Tottenham, e Psv. Ora c'è l'esame di inglese nel tempio di Wembley, quello che potrebbe essere l'ultimo e decisivo passo per la qualificazione.
Ma quel punto manca e metterlo in saccoccia non è impresa scontata. Tutt'altro. Negli occhi di tutti c'è ancora quella gara di andata in cui i gol allo scadere di Icardi e Vecino raddrizzarono quella che sembrava essere una sconfitta ormai acquisita e diedero l'abbrivio alla ripartenza dell'Inter, anche in campionato. Ma quella gara è stata anche lo specchio delle difficoltà di affrontare la squadra di Pochettino, ordinata, grintosa e con tante ottime individualità. Senza contare che sabato in campionato gli Spurs hanno annichilito il Chelsea di Sarri, fino a quel momento imbattuti, dando una lezione di calcio e tattica. Nulla di scontato, anzi, un punto tutto da conquistare ma un vantaggio di avere a disposizione due risultati su tre, da non sprecare. Conoscendo la pazza Inter c'è solo un modo possibile per interpretare una gara come questa. Giocare per vincere. Un atteggiamento difensivista finalizzato soltanto a non prenderle infatti esporrebbe l'Inter a troppi pericoli e potrebbe voler dire subire, rischiare e finire col gettare via tutto.
«Conosciamo un solo modo di giocare, giochiamo per vincere. Se giochiamo per prendere solo un punto perdiamo di sicuro», conferma Ivan Perisic. Servirà quindi anche l'esperienza per gestire la gara, quella che giocatori come Asamoah hanno, a dispetto dei tanti esordienti. «Ho già giocato qui, so che è difficile - spiega il terzino - ma la squadra è pronta e ha il giusto spirito per ottenere un risultato positivo». Spalletti, quindi, si divide tra consapevolezza della propria forza e prudenza nell'approccio alla partita.
«È tutta da guadagnare questa qualificazione - ammonisce Spalletti - Ce la dobbiamo sudare fino all'ultimo e se c'è qualcuno dei miei calciatori che pensa che non sia fondamentale fare risultato si trova nel posto sbagliato. La qualificazione è dentro il risultato della partita». Nessuna cautela quindi, nessun calcolo. Anche perché il Tottenham è avversario di livello. «Per qualificarci dobbiamo buttare di sotto una delle più grandi squadre dello scenario europeo ma abbiamo la potenzialità di giocarcela contro qualsiasi avversario. Se ce la facciamo, nulla ci sarebbe più precluso ma serve una notte da Inter», chiosa Spalletti.
Il tecnico mette in campo i suoi titolari, con il solito Vrsaljko rimasto a Milano.
Politano, Perisic e Nainggolan appoggeranno Icardi, decisivo all'andata e chiamato ad essere ancora protagonista. Per un'Inter che non fa calcoli e punta alla vittoria. Ma, non ditelo a squadra e giocatori, un punto basta e avanza.
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