Roma - Un punto per entrare nella leggenda. E per chiudere in anticipo un campionato tenuto in pugno sin dal 21 settembre scorso, quando la Juventus si prese il primo posto rifilando un poker al Cagliari senza più mollarlo.
Sembra quasi un segno del destino ma il match point per il sesto scudetto di fila passa dall'Olimpico, in casa della Roma, e a due passi dei campi in terra rossa degli Internazionali di tennis. «È la prima occasione per vincere lo scudetto senza dipendere dagli altri, ma non sarà facile. Se saremo bravi, festeggeremo...», sottolinea Allegri. Che all'Olimpico ha già vinto un titolo con il Milan nel 2011 e che vorrebbe iniziare oggi l'assalto al triplete da realizzare in tre settimane per migliorare il risultato ottenuto nel 2015 nella sua prima stagione in bianconero. E completare l'«anno della consacrazione», come lo ha definito Barzagli. «Facciamo un passo alla volta, vanno fatti i complimenti ai ragazzi per aver conquistato la finale di Champions, ma non abbiamo ancora vinto niente», ammonisce il tecnico toscano.
La campagna romana (stasera e mercoledì, la Juve si fermerà nella Capitale) può far mettere in bacheca due trofei, ma bisognerà scontrarsi con una Roma che deve difendere il secondo posto da un Napoli che non molla e un'ostica Lazio a caccia dello sgambetto ai più blasonati avversari. Due ostacoli non da poco per la squadra migliore d'Italia e da questa settimana anche d'Europa (superato nel ranking il Real Madrid, l'avversario di Cardiff il 3 giugno).
A Roma, sponda giallorossa, si parla molto dell'addio di Totti, del rinnovo del contratto di De Rossi, e poco della sfida di oggi (che pure registrerà il record di presenze stagionali all'Olimpico). Spalletti è distratto dalle sirene interiste («se ci fosse la possibilità, perchè non lavorare ancora con Sabatini?», così l'allenatore che secondo indiscrezioni avrebbe firmato una sorta di precontratto con il club nerazzurro) e stoppa la nuova miccia sul capitano dopo il mancato impiego a San Siro («esiste la possibilità che Francesco possa dare un contributo alla squadra...»). E sui bianconeri dice: «Quest'anno la Juve ha fatto vedere più di ogni altra Juve, di trovarsi sempre dove voleva essere, senza intoppi o ritardi, e si è anche permessa di gestire. La Roma ha lavorato bene ma non si è avvicinata per qualche errore di troppo dell'allenatore...».
Di fronte alla migliore difesa del torneo - appena 23 reti incassate - il tecnico romanista avrà una potenza di fuoco leggermente ridotta per l'assenza del bomber Dzeko, decisivo nell'ultimo Roma-Juve all'Olimpico nel 2015. Ma, coerente con le sue idee, prima di schierare Totti - che non è titolare da febbraio, sfida con il Cesena di Coppa Italia - si affiderà al falso nueve (il recuperato Perotti o Salah) e avrà pure il vantaggio di conoscere il risultato del Napoli per la mancata contemporaneità delle gare che ha fatto arrabbiare Sarri. «Ha ragione, la regola deve però valere sempre...», sottolinea l'allenatore della Roma che ha vinto solo una volta contro i bianconeri in 22 precedenti.
La Juve, con un centrocampo da inventare per l'assenza di Khedira
(Marchisio convocato all'ultimo ma difficilmente verrà impiegato), si affiderà alla verve realizzativa di Higuain, a un passo dai 25 gol stagionali in campionato raggiunti per ultimo in bianconero da Omar Sivori 56 anni fa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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