nostro inviato ad Appiano Gentile
Per vincere nel calcio servono tante componenti. Tecniche, tattiche, motivazionali, ambientali. Ma soprattutto serve la testa. Lo si sente dire spesso, quasi come una litania, da allenatori e giocatori. Ma non è solo un ritornello, quella mentale è una componente fondamentale per ottenere risultati. Specie se arrivi da una striscia di risultati positivi, di cui l'ultimo ottenuto contro una delle squadre più forti del mondo. Perché è facile abbassare la tensione e finire col buttare via in una sola gara quanto di buono costruito.
Lo sa bene Spalletti che per la sfida di oggi contro l'Atalanta («Squadra fortissima, da Europa», dice, ma non è certo il Barcellona), lancia l'allarme. «Farsi ritrovare nella condizione mentale di considerarla un'estensione della Champions è fondamentale», spiega il tecnico, anche perché consapevole che di periodi positivi l'Inter ne ha avuti anche nelle scorse stagione ma quello che serve è la continuità. «Questa è l'occasione per vedere che livello di maturità abbiamo raggiunto, bisogna poi essere costanti». Per vincere ma non solo. Perché Spalletti ha un'ambizione: scrivere una pagina di storia dell'Inter. «I risultati e le vittorie ti fanno entrare nella storia dell'Inter. Come Mourinho, ecco perché c'è un sentimento così per lui», e riferendosi al gesto post Juve-United difende lo special one: «Se stuzzichi il leone, il leone ruggisce...».
Quindi sotto con l'Atalanta di Gasperini. «È una squadra che in quello stadio si esalta. Gasperini fa del bene al mondo del calcio, influisce nel rendere più bello e moderno questo sport», secondo Spalletti. L'allenatore nerazzurro quasi certamente continuerà con il 4-3-3 anche perché Gasperini gioca senza playmaker e non serve un trequartista di rottura. Fuori Nainggolan, ancora indietro di condizione, certa la presenza di Brozovic e Gagliardini nel mezzo, è ballottaggio a tre per il posto rimasto con Joao Mario in netto vantaggio su Borja Valero e Vecino. Davanti Icardi appoggiato da Perisic e uno tra Candreva e Politano.
In difesa spazio a D'Ambrosio a destra, mentre Dalbert e Asamoah si giocano il posto a sinistra ma quello che conta per l'Inter è non abbassare la guardia, «Non mollare di un centimetro e non diventare presuntuosi», ammonisce Spalletti. Già perché al di là di tutto quello che spesso fa la differenza è proprio la testa.
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