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Steven "parla" alla Curva. E rovina la tela di Marotta

Steven "parla" alla Curva.  E rovina la tela di Marotta

Con quell'attacco frontale e sguaiato di lunedì notte rivolto al presidente della Lega calcio di serie A Del Pino, Steven Zhang si è guadagnato i galloni di presidente dell'Inter ultrà ad honorem tributatigli dalla curva nord ma ha reso un pessimo servigio alla sua giusta causa. L'hanno capito tifosi evoluti come Enrico Mentana prendendo le distanze dalla velenosa storia pubblicata su Instagram atteggiamento che, in questi giorni di pandemia mediatica, è diventato quasi un atto coraggioso, se non addirittura eroico. Per spiegare meglio all'opinione pubblica che si è divisa come al solito in guelfi e ghibellini, la reazione sproporzionata del giovane presidente bisogna tener conto di alcuni fattori: 1) la sua particolare sensibilità, da cinese, nei confronti del coronavirus e dell'esperienza traumatica vissuta dal suo Paese; 2) le proteste arrivate dal mondo interista, accompagnate dai resoconti di Marotta e dalle proteste di Antonio Conte che gli hanno fornito anche la chiave di lettura di quel pazzesco stop and go della Lega. Il risultato fin qui ottenuto dall'assalto di Zhang dai toni volgari, è esattamente opposto all'interesse, sportivo, del proprio club. Perché Zhang avrebbe dovuto lasciare nelle mani, abili, di Beppe Marotta, la gestione del caso politico. Il suo ad, fino a lunedì sera, aveva utilizzato argomenti convincenti, esposto obiezioni pertinenti e scelto come obiettivo il presidente della Lega di serie A polarizzando, attorno alla propria posizione, l'adesione di gran parte della serie A, a cominciare dagli addetti ai lavori Gattuso e Liverani. Adesso invece lo scenario è clamorosamente cambiato.

E così invece di porre la questione, decisiva, della sfiducia nei confronti del presidente Dal Pino, preparando il terreno per la prossima infuocata assemblea in svolgimento oggi a Roma, si ritroverà a doversi difendere dallo scontato deferimento della procura federale che invece (toh che strano!,ndr) è rimasta silente quando Rocco Commisso, il presidente della Fiorentina ha usato nei confronti degli arbitri della sfida con la Juve toni ancora più duri e maliziosi.

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