«Sto con Ibra: la vita non mi piace piatta»

«Sto con Ibra: la vita non mi piace piatta»

MilanelloHanno discusso, dopo la notte di terrore vissuta a Londra. Hanno discusso a muso duro, ma sono pronti a rimettersi ai remi. Perciò non hanno avuto bisogno di un chiarimento pubblico tipo duello rusticano. «Martedì la formazione potevano farla tutti, avevo solo 3 centrocampisti a disposizione» la spiegazione convincente ripetuta dal tecnico. Ibrahimovic non si è scusato perché, come ha spiegato un serafico Allegri, «non c’era nulla di cui scusarsi». Anzi, alla fine, una domanda tira l’altra, si è anche capito che la discussione non è stata sul tridente. «Ai tre attaccanti ho parlato io prima della partita spiegando le rispettive posizioni» il dettaglio reso da Allegri che ha definito l’episodio «uno sfogo naturale dopo una partita con un livello super di tensione, sono discussioni che nascono e muoiono lì». Per paradosso potrebbero costituire il tigre nel motore da oggi in avanti, scampato il pericolo mortale dell’eliminazione in Champions. «Una volta Capello e Gullit si affrontarono nello spogliatoio sfiorando la rissa e nessuno seppe niente se non mesi dopo. Oggi i calciatori parlano con i procuratori, i procuratori con i giornalisti e tutto diventa noto» la ricostruzione autentica di un dirigente di antica militanza rossonera mentre quel toscanaccio di Max se l’è cavata con una battuta, la solita, «farò insonorizzare i muri di Milanello».
Allegri e il Milan hanno deciso di cavalcare la tigre dell’ok corral. «La vita piatta non mi piace, con le turbolenze si viaggia meglio» è la sua convinzione condivisa dallo stesso Galliani che si è limitato a far da spettatore e a prendere atto che di quella burrasca non è rimasto alcun segno nell’umore e nella compattezza del gruppo. «Nessuna partita è vinta o persa prima di essere giocata: è una frase di Rocco ma mi è tornata in mente in queste ore» l’avvertimento del vice Berlusconi prima di incrociare il Lecce. «Adesso viene il difficile, non mi aspettavo di restare davanti dopo Palermo, prima tutto o quasi dipendeva dalla Juve, ora dipende da noi» l’idea di Allegri, sempre alle prese col solito problema, e cioè una lista interminabile di grandi assenti che sembrano si allontanino proprio quando tutti lo danno per scontato (ultimo esempio Gattuso che ha dovuto rinviare a causa della terapia usata per curare l’occhio) il loro ritorno. Anzi, sull’argomento è possibile registrare il nuovo orientamento della società in materia di rinnovi dei contratti ai veterani: la decisione sarà presa sulla base delle presenze nella precedente stagione. Pirlo, ad esempio, fu lasciato “libero” perché aveva percepito uno stipendio da titolarissimo, 6 milioni netti l’anno, giocando quasi niente.

Stesso destino per Nesta che si ritroverà, all’età di 36 anni, a decidere se ritirarsi oppure chiedere il rinnovo per un altro anno. Sembra scontato, a questo punto, la scelta del Milan: nessuna proposta al difensore romano, assente dal 1° febbraio, dalla sfida di Roma contro la Lazio.

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