Il Torino che vede la zona retrocessione inguaia il Gallo azzurro ed esalta Sirigu

Col Toro in crisi sembra invisibile e rischia l'Italia. Il portiere invece...

Il Torino che vede la zona retrocessione inguaia il Gallo azzurro ed esalta Sirigu

Il Gallo e Walterino. Il primo (Andrea Belotti) non canta più. Il secondo (Salvatore Sirigu, così soprannominato a inizio carriera per una certa somiglianza con Walter Zenga) è invece sempre tra i migliori in campo.

Il che non è un bel segnale per il Toro. Diventato nel frattempo, scritto tutto attaccato, poverotoro: cinque sconfitte di fila in campionato e una classifica che, settimana dopo settimana, si è fatta sempre più preoccupante. Il Genoa, terz'ultimo, dista adesso soltanto cinque punti e appare in crescita: a differenza appunto dei granata, sballottati tra la contestazione, il cambio di allenatore (da Mazzarri a Longo, chiamato da Cairo per placare gli umori della piazza) e una squadra che pare incapace di reagire.

Il Gallo e Walterino, dal canto loro, hanno fatto e stanno facendo tutto quanto il possibile per aiutare la truppa a tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Il problema è che non basta. Belotti è fermo a due sole reti nel 2020, a 4 da ottobre, a 9 in campionato (con cinque rigori). E non butta la palla dentro da otto gare (sei in campionato e due in Coppa Italia): «Lo voglio più vicino alla porta, tornerà a fare gol», ha già detto Longo. Il quale però dovrà soprattutto capire come rifornire il proprio centravanti, vista la pochezza tecnica di chi gli sta intorno: tre stagioni fa, per cederlo, Cairo pretendeva 100 milioni e disse no a un'offerta del Milan di 60 più il cartellino di Niang. Adesso, il Gallo vale certamente molto meno (non oltre i 40) e, dovesse andare avanti così, rischierebbe anche di perdere la nazionale: «È in difficoltà ha spiegato Mancini -. Sta patendo il momento del Toro». Impossibile dire altro, del resto. Di sicuro, il ct si augura che Belotti torni ai suoi standard: vero che Immobile sta segnando a più non posso, vero anche che in azzurro una certa abbondanza non fa mai male. Peraltro, pur con tutte le difficoltà del caso, più del numero 9 granata e lasciato da parte il Ciro laziale, ha segnato finora soltanto Caputo (11).

Diverso è invece il discorso legato a Sirigu. Sicuro del posto in azzurro ai prossimi Europei, pur se non della titolarità che dovrebbe spettare a Donnarumma: il condizionale però è d'obbligo, visti i miracoli in serie mostrati finora dal ragazzo di Nuoro. Schivo, riservato, arrivato al Toro a parametro zero nell'estate 2017 dopo avere difeso anche le porte di Psg, Siviglia e Osasuna, non ha grilli per la testa («Mancini è stato chiaro, conosco le gerarchie») e, semmai, sarà un secondo portiere di assoluto livello.

Chiuso soltanto dal fenomeno Donnarumma, del quale potrebbe anche prendere il posto al Milan nel caso in cui Raiola convincesse il suo assistito a cambiare aria. Un po' come in passato è accaduto ad Albertosi, Tacconi, Marchegiani e Toldo: grandissimi comunque.

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