I l racconto di un Roma-Torino al cardiopalma può iniziare dalla fine. Ed è un lieto fine, per Francesco Totti e per la Roma: in campo al 41' del secondo tempo, il capitano tocca due palloni, uno sotto porta dopo 22 secondi e uno dal dischetto. Due tocchi in due minuti e mezzo che ribaltano l'esito di una partita sofferta da parte dei giallorossi, a lungo in difficoltà contro un Toro ben disposto in campo. «Sono orgoglioso di Totti», così Pallotta da Boston dopo la partita. Chissà se lo è anche Spalletti che può ringraziare il suo capitano se ha evitato un clamoroso tonfo in casa.
Ventura (settimo ko all'Olimpico in sette gare contro la Roma) si arrende alla legge di Totti. Che risponde alle polemiche e alle punzecchiature del suo allenatore con due reti decisive nella volata del finale di stagione. Lunedì la sfida casalinga con il Napoli potrebbe riaprire il discorso per il secondo posto, visto che il terzo - dopo la sconfitta dell'Inter a Genova - sembra ormai blindato.
La mancanza di imprevedibilità, le poche idee e geometrie, i tanti errori nel gioco per lunghi tratti della sfida ma anche due rigori clamorosi negati dall'arbitro Calvarese e dai suoi collaboratori stavano per consegnare un risultato clamoroso. La Roma spallettiana sta segnando un po' il passo e al netto degli episodi sfavorevoli per la Roma (i tocchi di mano in area di Gaston Silva e Gazzi sono evidenti, meno quello di Maksimovic sul quale l'incerto Calvarese concede invece il rigore) ha rischiato grosso contro i granata che hanno messo spesso alle corde un avversario troppo contratto e incapace di accorciare gli spazi per lunghi tratti della gara.
Il maestro Ventura stava per fare uno scherzo all'allievo Spalletti grazie a una partita giudiziosa e precisa dal punto di vista tecnico-tattico. Azioni meglio congegnate, migliore disposizione sul terreno di gioco e ripartenze continue: queste le armi che avevano creato problemi a una Roma più attaccata all'improvvisazione e alle iniziative individuali, risultando però troppo scolastica. Il lavoro degli esterni Gaston Silva e Bruno Peres (quest'ultimo vecchio pallino di Sabatini e della Roma) blocca le fasce romaniste. Il movimento di Belotti e Martinez riesce a infastidire la difesa giallorossa: le uniche due punte a disposizione di Ventura riescono anche a timbrare il cartellino: il primo su rigore, conquistato e trasformato (il quarto in stagione), il secondo con un tocco sotto porta, ma l'uruguaiano poteva già sbloccare il match dopo venti secondi, mentre l'attaccante di Calcinate aveva anche colpito un palo esterno. Belotti conferma il suo 2016 d'oro: ieri il 10° gol nei 110 giorni dell'anno, meglio di lui in serie A solo Higuain.
Dzeko e Totti sono ancora in panchina quando la zuccata di Manolas ridà fiducia e morale alla Roma.
Il bosniaco entra e non fa la differenza, al capitano vengono concessi appena nove minuti e risponde alla grande: prima doppietta stagionale nella serata più importante, era dall'ottobre 2014 che Totti non segnava in due gare di fila in serie A. La notte è tutta sua, con buona pace di Spalletti.
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