Van Gaal, Mou e Rafa il mister è un mistero

Sprofonda anche l'olandese dopo aver speso 200 milioni Tra i due Manchester e il Chelsea è lotta per Guardiola

Van Gaal, Mou e Rafa il mister è un mistero

Ormai non è più una sorpresa, una pochezza divenuta nell'ultimo mese la sconsolante routine. Quattro sconfitte di fila, l'ultima ieri al Britannia Stadium. Periferia operaia del calcio inglese, il regno dello Stoke che ha piegato quel che resta del Manchester United. Una squadra ormai allo sbando, in caduta libera, senza identità né futuro. Eliminata dalla Champions League, fuori dalla corsa per il titolo nazionale non solo per il distacco in classifica, che pure con un girone intero ancora da giocare è ancora recuperabile, quanto per la vaghezza, o meglio la totale assenza, di un'idea di calcio, un'identità di gioco. E dire che lo United è tornato a spendere. Oltre 200 milioni di euro solo la scorsa estate. Per accontentare quello che oggi è il principale indagato, Louis van Gaal. Finito sul banco degli imputati nonostante l'illustre palmares, l'aurea da profeta, l'esperienza ormai trentennale. La scintilla con l'Old Trafford non è mai scoccata. Troppo deludenti i risultati dell'ultimo anno e mezzo. Quando le legittime giustificazione sono appassite in banalissimi alibi dietro cui nascondersi. Dopo la precoce eliminazione dalla Champions il tecnico olandese aveva difeso il suo operato evidenziando i progressi (invisibili) rispetto alla passata stagione- Alla vigilia della trasferta di Stoke aveva abbandonato la conferenza stampa in polemica con i media inglesi che lo considerano di fatto già esonerato. Ieri è stato costretto ad ammettere che nonostante la fiducia rinnovatagli di recente dalla proprietà, l'ennesima sconfitta potrebbe avere conseguenze. Un'ovvietà che i bookmakers locali ritengono scontata ancor più che probabile. Magari già entro la fine dell'anno. Le quote del suo esonero ieri sera sono precipitate. In entrata, secondo l'unanime previsione di radio-mercato, quel José Mourinho neo-licenziato dal Chelsea. Un altro illustre vate della panchina caduto in disgrazia. Precipitato in pochi mesi dalla vittoria in Premier all'umiliazione dell'esonero. A Manchester per il riscatto, ma lo smacco rimane. Lo stesso subito da Rafa Benitez durante El Clàsico dello scorso novembre. Una lezione severissima di footbal che ha pregiudicato - forse irreparabilmente - i rapporti con il Bernabeu, che puntualmente lo fischia. A Madrid il suo esonero sembra inevitabile, previsto durante la sosta invernale. E anche qui il nome più gettonato per la successione è quello dell'ex Mou, amatissimo dai tifosi. Chissà. Di certezze, e pianificazioni triennali, vive invece il Bayern Monaco. Che ha annunciato, con sei mesi di anticipo, la fine del rapporto con Pep Guardiola. Le loro strade si dividono, spalancando le porte dell'Allianz Arena a Carlo Ancelotti. Arriverà la prossima estate, quando Guardiola farà le valigie in direzione Inghilterra. Dove è in corso un'asta folle per accaparrarsene i servizi.

Il Chelsea, affidato temporaneamente a Guus Hiddink, lo coprirebbe d'oro; al Manchester City ritroverebbe Txiki Begiristain e Ferran Soriano, amici dai tempi del Barca; lo United lo corteggia con il suo allure globalizzato. Diverse strategie per l'ultimo nume della panchina che non è mai stato licenziato. Davvero unico anche in questo.

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