Domenica, maledetta domenica. Proprio nel giorno in cui la Ferrari, intesa come rossa, intesa come Maranello, dice quasi addio al Mondiale piloti, un'altra Ferrari puro caso o coincidenza del destino? ma di nome Vanessa, si rompe il tendine d'Achille e rischia di aver messo la parola fine alla carriera.
No no non può e non deve chiudersi così la carriera della ginnasta italiana più forte di tutti i tempi. Un'immagine straziante, quella di una Vanessa incapace di reggersi sulle proprie gambe e costretta ad uscire dal campo gara su una sedia a rotelle dopo una terribile caduta nella seconda diagonale nel corso della finale del corpo libero ai mondiali di Montreal.
Lei che da giovanissima, a 15 anni, salì alla ribalta con quel magico oro nel concorso generale ai campionati del mondo di Aarhus del 2006, primo e finora unico titolo iridato mai conquistato dalla ginnastica artistica azzurra al femminile.
Poi altri quattro podi iridati ma anche una miriade di infortuni, che avrebbero steso un elefante, ma non la Ferrari, che può all'apparenza sembrare piccola e mingherlina fuori ma è davvero grande dentro. Perché solo così poteva rialzarsi dopo le tante operazioni a cui si è sottoposta - l'ultima al piede sinistro, lo stesso di questa domenica, dopo i Giochi di Rio chiusi al quarto posto , di certo la campionessa bresciana non meritava questo tragico epilogo. «Ci ho provato... Ce l'ho messa tutta per esserci, per qualificarmi e una volta in finale ho dato il massimo per portare a casa un titolo che ripagasse i miei sacrifici», ha scritto ieri su Instagram la farfalla di Orzinuovi. «Non si può dire che questa sia la fine della sua carriera commenta il suo storico allenatore Enrico Casella -. Con Vanessa è impossibile fare previsioni. Il coraggio mostrato in pedana è tipico delle atlete che non sanno mai accontentarsi.
Abbiamo provato a scrivere un'altra pagina della storia di questa ginnasta, che se avesse avuto tendini più resistenti probabilmente avrebbe vinto molto di più». La speranza è che la farfalla Ferrari possa tornare a volare.
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