Se doveva essere la prima sfida scudetto della stagione, potrebbe preannunciare il campionato dei regali. Tre gol e tre spot per tutto quello che non si dovrebbe mai fare in una partita di calcio, soprattutto a questi livelli. Ma mentre il Napoli rimedia alla colossale distrazione di Manolas in apertura, la Juve riconsegna la partita agli azzurri con una parata maldestra di Szczesny, che prosegue il suo momento no offrendo il pari a Politano, e con il semi-autogol di Kean che finisce col regalare il 2-1 a Koulibaly. Max Allegri, dopo tre partite, si trova con l'incredibile magro bottino di un punto rimediato nella prima uscita di Udine, ancora in epoca Cristano Ronaldo che sembra appartenere a un altro secolo.
La Juve di Napoli è una squadra timida, arroccata a difesa di un 1-0 insperato arrivato dopo 10 minuti, incapace di creare occasioni e di sfruttare la voglia di Alvaro Morata, l'unico a cercare qualche soluzione, oltre al gol segnato rubando un pallone d'oro all'imbranato Manolas. La Juve del Maradona, senza la sua verve sudamericana, è una squadra senza fantasia, che trova un paio di tiri casuali da lontano e sfiora il secondo gol solo su un altro regalo (rieccoci) di Insigne, che con un colpo di testa libera Kulusevski fermato da Ospina in uscita. Il centrocampo continua ad essere impresentabile, tanto che persino Locatelli viene bruciato nel nulla e si fa notare solo per un'entrataccia inutile su Anguissa. Il resto è nebbia e la scelta di giocare con una sola punta effettiva e tenere l'altra (Kean) come jolly da calare al momento giusto, diventa un ridicolo contrappasso quando il baby, fresco di doppietta in azzurro, schiaccia di testa un corner napoletano verso il povero Szczesny che non può far altro che smanacciare la palla addosso a Koulibaly che segna il 2-1 all'85'. Per la Juve è notte fonda e lo si capisce perché negli ultimi dieci minuti abbondanti di gioco non riesce a creare nulla. Rassegnandosi alla terza partita senza vittoria nelle prime tre di questo campionato, alla seconda sconfitta consecutiva, e a un futuro pieno di incognite per una squadra che, al momento, appare senza capo né coda.
Il Napoli invece raccoglie i frutti di una partita coraggiosa, messa in crisi dallo svarione di Manolas, ma rimediata prima dal suo uomo migliore, quel Politano che per tutto il primo tempo è stato una spina nel fianco dei bianconeri e che al 57' infila Szczesny da posizione angolatissima, e conclusa in gloria dal suo gigante della difesa, Koulibaly, che contro la Juve ama trasformarsi in uomo gol. Spalletti guarda già tutti dall'alto, se la prende con Allegri che non lo saluta («Ho sempre perso, una volta che viunco mi fa la morale») e fa capire che il suo Napoli ha tutti i numeri per giocarsela in una stagione aperta a tutte le soluzioni.
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