10 VETTEL Campione del mondo Cinque vittorie. Terzo titolo mondiale di fila. Con la gara di San Paolo si merita il trionfo. Una volta, neppure tanto tempo fa, al primo inconveniente avrebbe gettato via guanti e volante scendendo stizzito. Ora, piuttosto, prosegue la gara con la macchina gruviera. Insieme a Hamilton è il più veloce che ci sia, solo che lui ha più testa. Non è ancora uomo squadra. Infatti segue bravino bravino le indicazioni del muretto, tranne quella di rallentare. Parla di giochi sporchi riferito alla Ferrari e alle strategie Massa-centriche per aiutare Alonso. Forse non si è accorto di Webber. Forse non sa dei molti sospetti sulle soffiature dell'estrattore Red Bull. Comunque è il favorito anche nel 2013: è dato a 2.25. Quanto al 2014, lo danno in Ferrari e lui anche ieri ha ribadito: «Resto in Red Bull».
10 ALONSO
Secondo a 3 punti. Tre vittorie e sei mesi a gestire un vantaggio figlio dell'abilità e della fortuna. All'inizio si ritrova fra le mani un'auto lenta, poi l'auto pian piano cresce. Poi la crescita si ferma. Seguono un mese e mezzo a difendersi e 40 giorni a recuperare. Fernando è stato grandioso ma terminata l'orgia di bene, bravo, bis, a lui dedicata va anche detto che sulle sue spalle pesa la partenza poco lungimirante di Suzuka. C'è un limite nel prendere rischi al via. Anche se ti trovi in testa in classifica e devi gestire punti e non vuoi farti scappare Vettel. Fatto sta, limite superato. 25 punti persi quel giorno. Mondiale andato per 3 l'altro giorno. Certo, paga soprattutto l'aviatore Grosjean di Spa. Però quando lo ascoltiamo criticare la Ferrari lenta (ci sono stati momenti di tensione con la squadra sia in Giappone che in India), ricordiamoci di quella partenza nipponica
Al contrario di Vettel, lui ha carisma e la squadra lo segue. Forse troppo. La mossa del cambio da sostituire per avanzare in griglia, sa tanto di farina sua
7 WEBBER
Sesto. Due successi. Grande attore. Fa il Massa e non lo dà a vedere. Da Oscar. Vince a Montecarlo e a Silverstone, per cui nei templi della grande F1 del passato. Rifiuta il passaggio in Ferrari e probabilmente il motivo l'abbiamo capito ad Austin quando il brasiliano è stato retrocesso per non-noie al cambio. Mark sa fare da scudiero, ma a modo suo
rompendo le scatole finché può al compagno. Alonso non glielo avrebbe permesso.
5.5 MASSA
Settimo. Si sveglia tardi. Troppo tardi. La Ferrari che lo conosce gli dà tempo. E fa bene. Finale di stagione come ai vecchi tempi. In alcuni Gp, vedi Monza, vedi Austin, vedi anche e soprattutto in Brasile, è più veloce del compagno.
8 HORNER
Team principal Red Bull. Giovane, fortunello e se poi papà Red Bull ti compra Adrian Newey, il genio spregiudicato della F1, che altro puoi chiedere?
9 DOMENICALI
Team principal Ferrari Ha retto bene lo scossone d'inizio stagione con l'auto che non andava, ha fatto da parafulmine, ha motivato i suoi e se il team ha recuperato senza perdere la testa lo deve soprattutto a lui. In questi anni ha dovuto reggere l'onda d'urto dei regolamenti che hanno pesato come macigni su Maranello e meno su altri. L'eliminazione dei test e l'avvento dei simulatori ha messo in crisi il Cavallino. Perché le altre squadre, sprovviste di proprio circuito, già da anni avevano perfezionato i simulatori. La Ferrari aveva e ha Fiorano. Ma con le nuove norme non lo può usare. Per cui ha dovuto attrezzarsi in fretta. Come spesso sottolineato dal nostro Benzing, la F2012 è stata la monoposto più completa e rigorosamente legale a livello tecnico. Di questo, Domenicali può andare fiero. Tanto più che senza Grosjean avrebbe vinto.
10 NEWEY
Dt Red Bull. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, lui fa l'enigmista e s'inventa cose misteriose che agli altri tocca scovare sulle sue macchine.
6 FRY
Dt Ferrari. Dura prendere bei voti se per ruolo ti devi confrontare con mago Newey. Non progetta come il rivale, bensì coordina il settore tecnico. Merito suo la prima, ottima, reazione tecnica, e colpa sua la seconda, incerta, reazione tecnica. In estate. Come Dt è in qualche modo responsabile per la tardiva scoperta dei problemi alla galleria del vento.
7 HAMILTON
Quarto. Quattro vittorie, 3 ritiri per noie tecniche, due per incidente. E un grande errore: aver deciso di lasciare la McLaren. Quanto al mondiale, paga l'inaffidabilità della sua monoposto.
6.5 BUTTON
Quinto. Tre vittorie, compreso l'ultimo Gp. L'anno prossimo se la vedrà con Perez. Quest'anno ha spesso fatto il bell'addormentato.
7.5 RAIKKONEN
Terzo. Scoperto quanto ci tenesse a restare l'ultimo campione del mondo su Ferrari, c'è un pochetto il dubbio che a Suzuka non abbia alzato il piede con Alonso al via. Comunque, sempre al traguardo, quasi sempre a punti e una vittoria nella stagione del rientro sono cosa grande.
4 SCHUMACHER
Tredicesimo. Cinque ritiri per guai tecnici, due per incidente, podio a Valencia, l'unico in tre anni, pole a Montecarlo, l'unica in tre anni. Vien tristezza. Ma ora ha detto basta. Ha vistosamente scalfito, però non distrutto, il suo enorme mito. Ci penserà Vettel
3 GROSJEAN
Ottavo. Nel 2010 fu Petrov a rovinare i sogni di gloria di Alonso. Stavolta Grosjean volandogli sopra a Spa. Sempre comprimari.
10 VALSECCHI
Campione del mondo Gp2. Non ci sono piloti italiani in F1 ma un italiano ha vinto la serie che porta in F1.
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