Una signora Fiorentina. E una Signora che, con tutto il rispetto, pareva il Bari, un po' per l'inspiegabile divisa biancorossa («Per me il rispetto della tradizione delle maglie è sacro», dirà Sarri) e un po' perché della squadra campione d'Italia non aveva nulla. Risultato: la Viola avrebbe meritato i tre punti, ma non si è andati oltre lo 0-0. Certo, la Fiorentina con un Ribery quasi d'annata, per esempio, e mostrato al mondo quanto sia bravo Gaetano Castrovilli, classe 1997. Oltre a loro due, comunque, bene quasi tutti gli uomini di Montella: svegli, vivaci e per nulla timorosi. Al contrario dei bianconeri: lenti, impacciati e quasi impauriti chissà perché. Probabilmente anche indietro dal punto di vista fisico, il che suona come un allarme a pochi giorni dall'esordio in Champions contro l'Atletico Madrid: in due parole, un mezzo disastro. Acuito anche dagli infortuni tutti muscolari - di Douglas Costa, Pjanic e Danilo: l'esordio di Sarri avrebbe meritato altro, ecco. La Juve comunque ha salvato la pellaccia senza mai impensierire Dragowski, spaventatosi solo nel finale quando Khedira ha preferito cercare Ronaldo piuttosto che tirare.
Prima di quell'episodio, invece, tanta Fiorentina: con un inedito 3-5-2 aveva sfiorato il vantaggio con Chiesa (grazie a un rimpallo, dopo un incredibile rinvio sbagliato di Szczesny), Dalbert e in almeno altre tre occasioni. Ronaldo? Mai pervenuto, solo un tentativo di rovesciata. Troppo poca Juve, davvero. Domenico Latagliata
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