Per capire come possa cambiare la vita in venti minuti, basta pensare al Milan di Udine, prima e dopo luno-due finale. Per quasi unora ha pericolosamente vissuto sul ciglio del precipizio e poi è tornato a casa col cuore nello zucchero grazie allorgogliosa frustata data alla concorrenza e al campionato. «Snodo fondamentale» è il parere di Adriano Galliani e non solo per il ritorno, virtuale, in cima alla classifica. Leventuale sconfitta avrebbe scavato un cunicolo sotto il suolo del Milan, dello stesso Allegri, ridotto a zero lautostima e moltiplicato critiche, veleni. Intatte solo le insoddisfazioni per quellora non proprio decente giocata dai campioni: nel primo tempo neanche un tiro in porta. E invece la stoccata di Maxi Lopez e la stilettata di El Shaarawy hanno ridato slancio e smalto a tutto il Milan. In un caso e nellaltro, sono state le motivazioni e il talento purissimo a consentire la rinascita improvvisa del gruppo nel quale pure qualche crepa si era registrata tra dopo Lazio e dopo Juve coppa Italia. Maxi Lopez, lanciato nella mischia a venti minuti dal gong, ha dato energia vitale a un attacco spento daccordo ma ha pure prodotto unaccelerazione strepitosa nellazione del raddoppio milanista. Chi altri sarebbe stato capace di tanto? Maxi Lopez è tornato utile al momento giusto, al culmine di una mini preparazione cui Allegri e lo staff dei preparatori lo hanno sottoposto dopo il 31 gennaio. Quei 5 giorni vissuti in albergo e il precedente forzato riposo imposto dal Catania gli avevano tolto forza nelle gambe e anche fiato, non di sicuro le motivazioni straordinarie che sono diventate vitamine decisive nel calcio dei nostri tempi. Persino più del talento.
El Shaarawy ha mostrato sul prato ghiacciato di Udine quei progressi già registrati nello spogliatoio di Milanello in precedenza. La frase di Allegri («il ragazzo ci è esploso in mano») non è una scusa per giustificare limprovvisa scoperta, è il segnale di una maturità colta non solo negli allenamenti e nelle sue esibizioni fin qui centellinate ma anche nei comportamenti fuori dal campo. «Adesso non si muove e non parla più come un ragazzino» la riflessione di un veterano del gruppo. I due, diventati El ShaaraLopez per effetto della crasi suggestiva, non hanno smesso di fare coppia. Torneranno a fare società anche se dallinfermeria stanno per rientrare un po di rinforzi autentici. Decisivo il cambio di programma registrato sul mercato di riparazione: il ragazzo col ciuffo curioso sembrava diretto a rientrare per qualche mese a Genova per riacquistare fiducia e guadagnare lapprendistato che nel Milan gli veniva negato. Anche su Maxi Lopez il flop legato alla trattativa Tevez si è rivelato meno sciagurato del previsto. LApache, a Milanello, avrebbe avuto bisogno di almeno tre settimane piene di lavoro prima di riprendere quota e reggere lurto del debutto in campionato. La squalifica di Ibra ha reso invece indispensabile il ricorso al suo sostituto. Benedetto Maxi, allora, e chi lo prenotò nellattesa che si definisse la spinosa questione Tevez.
Con lUdinese, in venti minuti, è cambiata la vita del Milan, contro lArsenal, mercoledì notte, in Champions, sarà tutta unaltra storia. E non solo perché stanno per tornare un po di protagonisti fermi ai box da qualche settimana. Le ultime notizie provenienti da Milanello hanno procurato un leggero ottimismo. Per esempio Abbiati e Nesta sono sicuri titolari. Altri tre da qualche giorno han ripreso a lavorare con Allegri: sono in assoluto ordine alfabetico Boateng, Flamini e Pato che vuol dire assicurare allattacco rossonero il tre-quartista più importante e a Ibrahimovic (che può tornare in coppa dopo aver tirato il fiato) una spalla come si deve, molto più affidabile dinanzi alla porta rispetto a Robinho, in evidente crisi depressiva a causa dei ripetuti errori. Lunico ballottaggio accreditato è il ruolo di partner di Ibra, con Boateng alle spalle: El Shaarawy o Robinho. Allegri deve decidere, senza controllare il curriculum dei due, piuttosto interrogando gli occhi del brasiliano smarrito.
Lo sanno tutti quelli del Milan: lArsenal non è lUdinese.
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