Antonio Conte o Maurizio Crozza che imita Conte? Per una volta, l'originale. Che ieri, a oltre due mesi dall'ultima apparizione pubblica, ha dialogato tramite social network con i tifosi. Crozza ne ricaverà qualche nuovo spunto, ma almeno per lui il tecnico bianconero ha parole di elogio: «Quando mia moglie vede che sono arrabbiato, ormai mi dice è agghiacciante, proprio come fa lui. Mi piace che le mie espressioni diventino un cult: essere imitato vuol dire aver raggiunto popolarità».
Conte però ne ha un po' per tutti. Naturalmente per i giornalisti, ma non solo. «Ho letto tante cose sbagliate e avrei voluto entrare a gamba tesa su qualcuno, ma i regolamenti vanno rispettati». Ieri, però, giù duro: «Ci vuole più rispetto per il nostro lavoro. Dopo la partita contro il Nordsjaelland ho sentito un boato in sala stampa, non potevano essere soltanto due giornalisti a gioire per il gol del Chelsea. Mi sono vergognato per quelle persone poco professionali e mi è dispiaciuto anche che qualcuno abbia scritto che io ero nervoso, così come spiace che questi giornalisti abbiano a che fare con noi». E quindi nessun mea culpa, anzi. Poi chiacchierata sul calcio scommesse: «Non amo scendere a compromessi. In questi momenti molto difficili, è stata fondamentale la fiducia incondizionata che mi ha dimostrato Agnelli. Mi piacerebbe che chi si è erto a paladino della giustizia provasse per un solo giorno a passare dallo stato di innocente a quello di colpevole. La panchina? Mi manca tanto, me ne sono fatta costruire una in casa da mia moglie pur di poter litigare con qualcuno. Mi manca tutto, ma sono orgoglioso di quanto fatto: quest'anno sono successe cose straordinarie, non sufficientemente esaltate dai media».
La stessa fame di prima: «Io studio molto, perché voglio eccellere. Pretendo da me stesso di essere il più bravo, non solamente in Italia. Spero di diventare il Ferguson della Juventus, come si è augurato Agnelli tempo fa: mi trovo nel posto dove ho sempre voluto essere. Vincere la Champions? I tifosi devono avere pazienza. Se il City e il Psg, nonostante grandi investimenti, chiedono anni per conquistarla, allora noi non dovremmo vincerla mai». Più facile il bis scudetto: «Complimenti all'Inter, che sta facendo cose straordinarie così la Fiorentina. Ma ci sono anche Napoli, Lazio, Roma e Milan, ma se noi saremo consapevoli di quello che siamo, avremo buone chance di essere di nuovo felici». Purché professionali: «Soldatini alla Juve (riferito alla frase di Cassano che aveva così motivato il suo rifiuto ai bianconeri, ndr)? Qui siamo tutti professionisti. E quando acquistiamo un calciatore, oltre a valutare gli aspetti tecnici e tattici, cerchiamo requisiti umani importanti: preferiamo lasciar perdere i quaquaraquà, i primi che ti fanno affondare».
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