Wembley boccia l'Inter La sua Champions dipende dal Tottenham

Decide Eriksen: Spurs in vantaggio negli scontri diretti. I nerazzurri tifano Barça

Wembley boccia l'Inter La sua Champions dipende dal Tottenham

Nessuna paura e nessuna intenzione di giocare solo per un pareggio nonostante bastasse un solo punto per qualificarsi agli ottavi di finale. Questo il programma della vigilia della sfida col Tottenham sbandierato urbi et orbi in casa Inter. Un'idea chiara, andata a farsi benedire a 10 minuti dalla fine quando il pareggio che stava maturando non sarebbe andato bene all'Inter ma benissimo. Eriksen abbatte i nerazzurri e rimanda il discorso qualificazione per i nerazzurri, ora obbligati a vincere all'ultima col Psv sperando che il Barcellona fermi il Tottenham almeno sul pari. Il rimpianto è grande in casa nerazzurra perché il discorso si poteva chiudere già a Wembley e sarebbe bastato davvero poco per farcela.

Spalletti schiera il suo undici tipo dopo il turnover di campionato. Icardi guida l'attacco con Perisic e Politano in appoggio insieme al recuperato Nainggolan. Qualche novità invece in casa Spurs con Pochettino che rinuncia inizialmente al coreano Son e al danese Eriksen, puntando, ovviamente, su Harry Kane con Dele Alli, Lucas e l'ex romanista Lamela a supporto dell'Uragano.

La prima mezz'ora dell'Inter è perfetta. I nerazzurri cercano il palleggio, abbassano il ritmo ed evitano di lasciare il pallino del gioco tra i piedi del Tottenham, prevenendo anche i pericolosissimi contropiedi inglesi. Solo un tiro alto di Alli e uno fuori di Lamela che non impensieriscono Handanovic. Ma quando spinge il Tottenham fa paura. E subito dopo il minuto 30 i londinesi si accendono di colpo e iniziano a schiacciare l'Inter nella sua area. I nerazzurri arrancano e si difendono come possono, grazie a un super Skriniar, sempre più perno insostituibile, e a De Vrij, decisivo in un paio di chiusure. Troppe palle perse in mezzo al campo e una superiorità degli Spurs che si traduce con una traversa clamorosa di Winks con un tiro dal limite. Palle perse e pochissime tenute nella metà campo del Tottenham per l'Inter. Anche perché c'è un giocatore che è in campo ma è come se non ci fosse. Radja Nainggolan è un fantasma. È anche fuori condizione il ninja, l'infortunio alla caviglia non è stato assorbito appieno e ieri si è aggiunto anche un affaticamento muscolare, segno che la forma migliore è ben lontana. Fatto sta che anche il tecnico si arrende quando ancora non è finito il primo tempo. Fuori il belga e dentro un equilibratore come Borja Valero. Cambio obbligato, ma il caso Nainggolan diventa sempre più problematico perché l'uomo in più dell'Inter in qeusta prima parte di stagione non ha dato quasi nulla ai suoi.

Senza Nainggolan e con un'altra testa, nella ripresa è anche un'altra Inter. Più compatta e più sicura del proprio palleggio, tiene il Tottenham distante dalla porta di Handanovic con gli inglesi pericolosi solo sulle palle inattive. È invece l'Inter a rendersi pericolosa prima con Politano e poi con Skriniar sugli sviluppi di un calcio piazzato. Pochettino manda dentro Son che prova subito ad accendere la luce per i suoi, e poi anche Eriksen, altro che sa dare del tu al pallone. E proprio quando sembra fatta, quando sembra che l'Inter abbia il controllo della situazione, subito dopo il vantaggio sfiorato da Perisic, ecco che proprio il danese appena entrato la sblocca. Mancano 10 minuti quando Eriksen si inserisce alla perfezione e calcia alle spalle di Handanovic il tocco delizioso di Alli.

Servirebbe l'assedio, il cuore da zona Inter.

Spalletti non osa e mette Keita ma per Politano e nel finale anche Handanovic va in area a saltare di testa ma non è serata. L'Inter si ferma ma continua a sperare, anche se adesso non è più padrona del proprio destino europeo.

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