Antonio Signorini
da Roma
Non deve essere stato bello per Ugo Sposetti vedere le sue telefonate con Giovanni Consorte sui giornali. Il tesoriere Ds aveva evitato la ribalta mediatica, un po per carattere e un po perché largomento era troppo delicato, anche quando mise a segno il capolovoro della sua vita, cioè la quasi cancellazione del debito mostruoso accumulato dal principale partito della sinistra. Ma non ha potuto evitare i riflettori della vicenda Unipol-Bnl.
Il dirigente tanto riservato da guadagnare la fama di chi nellombra decide più di tutti, è diventato dun colpo il principale referente dellex presidente di Unipol sotto indagine. E anche luomo che può permettersi di nascondere a Piero Fassino particolari della scalata. Una bufera, anche a confronto della violenta polemica con lo staff di Romano Prodi, scoppiata quando tre mesi fa il coriaceo dirigente invitò il Professore a «mettere il guinzaglio ai suoi cani da guardia» che chiedevano alla Quercia più fondi per la lista dellUlivo. Ruvidità di un militante che ha sempre preferito il ruolo dellamministratore a quello del politico. Tanto che, quando gli si chiede un bilancio della sua attività, racconta subito di quando era sindaco di Bassano in Teverina e ristrutturò la torre medievale e di quando, già tesoriere, si mise a raccattare le aste delle bandiere lasciate da militanti spreconi dopo una manifestazione. Dalemiano ma allergico ai tatticismi, come dimostra la sua adesione alla proposta lanciata da Silvio Berlusconi per le prossime elezioni politiche, cioè fare «pagare» ai candidati la campagna elettorale in funzione della posizione nelle liste, che secondo la nuova legge sono bloccate. «Ragioniamoci sopra», disse Sposetti, attirandosi altre critiche dagli alleati. Comunque poca cosa se paragonata al durissimo articolo di Gad Lerner nel quale lopinionista vicino a Romano Prodi gli ha chiesto di dimettersi.
La difesa che giovedì un bel pezzo del vertice Ds (Gavino Angius, Luciano Violante e Marina Sereni per fare alcuni nomi) ha tributato al tesoriere in carica non è stata rituale. Al Botteghino, in un ipotetico gioco della torre, sono molti quelli che preferirebbero buttare giù qualche politico di rango e tenersi il 58enne nato a Tolentino nelle Marche e viterbese dadozione. E la ragione è la stessa che spinse qualche mese fa la direzione del partito a confermarlo nellincarico con un applauso da tifo calcistico: Sposetti è il protagonista della complessissima e controversa operazione di risanamento dei conti che ha liberato i Ds da un debito soffocante. Lultimo bilancio della Quercia (che tra laltro è stato chiuso in utile) riporta ancora unesposizione del partito con le banche per 166 milioni di euro. Ma si tratta di una cifra tutto sommato accettabile se si confronta con il debito che i Ds si sono portati dietro fino al 2001: 580 milioni di euro. Il famoso rosso da mille miliardi di lire è praticamente scomparso grazie a una serie di ristrutturazioni e cessioni immobiliari che portano la firma dellex senatore e sottosegretario alle Finanze dellera Visco. Operazioni portate a termine soprattutto con le banche, ma tutte condotte «in piena trasparenza e con la scrupolosa osservanza delle norme di legge», ha assicurato lo stesso Sposetti per mettere a tacere chi in questi giorni ha cominciato a mettere in relazione il ripianamento del debito Ds e la vicenda Unipol. Il rosso dai conti della Quercia è scomparso soprattutto con «la dolorosa alienazione di parte dellampio patrimonio immobiliare» dei Ds, ha spiegato.
Per la gestione ordinaria il tesoriere punta molto sul finanziamento pubblico ai partiti che, ancora una volta sfidando limpopolarità, ha difeso anche quando a metterlo in dubbio sono stati esponenti del centrosinistra. E anche sulle sottoscrizioni. Sua lidea di allegare a quotidiani e settimanali dei bollettini di conto corrente postale. Anche il boom di sponsorizzazioni alle feste dellUnità è il prodotto di una strategia di Sposetti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.