Le esportazioni italiane stanno mutando profondamente, acquisendo un nuovo valore aggiunto. Fattore, questo, al centro dell'inchiesta del nuovo Valore Export, edito Golfarelli e in edicola prossimamente con il Giornale. In primo piano, le prospettive e i piani proposti da Confindustria.
È Giorgio Squinzi (nella foto), presidente degli industriali italiani, a insistere sull'importanza dell'export nei piani di rilancio del sistema Paese. «In Italia - ha dichiarato Squinzi - ci sono tanti imprenditori che credono nel futuro e che sono convinti di potercela fare. Non basta essere orgogliosi delle nostre imprese, ma metterle anche nelle condizioni di operare. Su questo serve un impegno comune e condiviso. La bilancia commerciale del nostro Paese è tornata in positivo per la prima volta da molti anni. Dobbiamo ora sostenere le tante realtà imprenditoriali che, rafforzando la loro presenza sui mercati internazionali, hanno raggiunto posizioni di leadership mondiale in nicchie di produzione tanto rare quanto preziose per la nostra economia. Dobbiamo mettere queste eccellenze nelle condizioni di sfruttare appieno il loro potenziale attraverso un ambiente economico e produttivo quanto più possibile sgravato dai tanti, troppi, costi che ne frenano lo sviluppo e ne riducono la competitività. Mai come ora siamo di fronte a una sfida ambiziosa che richiede un impegno comune per un'azione riformatrice tanto decisa quanto immediata - continua il presidente Squinzi -. Dobbiamo rilanciare la crescita e l'occupazione di un Paese che resta grande. Grazie a imprenditori capaci di tenere alta e rispettata la bandiera italiana nel mondo».
L'ambizioso obiettivo fissato da Confindustria è l'aumento per l'Italia della quota di esportazioni rispetto al Pil, dall'attuale 28 per cento allo standard tedesco, assestato oltre il 50. Valore Export si sofferma ad analizzare lo scenario, evidenziando le possibili strade da percorrere per raggiungere questo risultato.
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