La stampa «liberal» attacca la Palin Nel mirino il suo passato in Alaska

Un’inchiesta del «New York Times» parla di assunzioni clientelari. Dubbi sul viaggio della candidata in Irak

da New York

Sarah Palin, la candidata repubblicana alla vicepresidenza della Casa Bianca, ora deve vedersela con il New York Times. A un critico editoriale sull’edizione di sabato, corredato da fondi durissimi di grandi firme come Bob Herbert e Paul Krugman, fa seguito un’inchiesta sul passato da sindaco e governatore di Palin, pubblicata in grande evidenza con il preciso obiettivo di affondare la protagonista indiscussa di questa fase della campagna elettorale.
Per il New York Times, Palin al potere ha sempre favorito gli amici e punito i nemici. È il caso della compagna di classe Franci Havemeister, ex agente immobiliare, assunta come responsabile del dipartimento statale per l’Agricoltura, con un portafoglio da due milioni di dollari. Franci è una delle cinque compagne di classe assunte da Palin. Il carisma messo al servizio di McCain per battere i democratici di Barack Obama copre, sempre secondo il giornale, «il suo stile politico viscerale e la sua vocazione per attaccare chi la critica». Nel corso della sua carriera «ha messo a segno vendette, licenziato funzionari che non facevano a suo modo, confondendo spesso la vita di governo con le rivendicazioni personali». Il quotidiano cita come fonti una sessantina tra parlamentari statali sia democratici sia repubblicani e funzionari dell’Alaska che hanno avuto modo di lavorare al suo fianco. Il quotidiano ha offerto a Palin la possibilità di replicare all’articolo, ma la governatrice ha declinato. Per l’editoriale, invece, «se John McCain è veramente convinto che questo giovane governatore - con meno di due anni di servizio - abbia le carte in regola per essere presidente, se necessario, in tempi pericolosi come questi, allora è legittimo mettere in dubbio la sua capacità di giudizio. Se McCain ha scelto Palin, come sospettiamo, come mossa tattica per vincere le elezioni, allora si è trattato di un comportamento irresponsabile in maniera sbalorditiva». La presa di posizione del New York Times, giornale dichiaratamente filodemocratico, è molto forte.
Nel frattempo, si gonfia un’altra polemica. La Palin è mai stata in Irak? La campagna repubblicana aveva inizialmente incluso il Paese tra le regioni visitate in occasione del suo unico viaggio all’estero, quando nel luglio 2007 si recò in Kuwait per salutare le truppe del suo Stato laggiù dislocate.

Ma il quotidiano Boston Globe, dopo avere fatto alcune ricerche, ha rivelato che la numero due del ticket repubblicano nel luglio 2007 si era limitata a visitare un punto di frontiera tra il Kuwait e l’Irak, senza mettere piede nel Paese in guerra. Lo staff repubblicano è tornato alla carica affermando che in quella occasione Sarah era penetrata per circa 400 metri in territorio iracheno e che quindi, tecnicamente, la governatrice si è realmente recata in Irak.

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