La stanza di Mario Cervi

Gentile dott. Cervi, dire che la lettera della Maestra Liliana e la maiuscola conferita sul campo mi hanno commosso, è molto riduttivo. All’istante sono tornati, nella più affettuosa nostalgia, i ricordi dei primi insegnanti delle Elementari, di tutti quelli delle Medie, del Ginnasio, del Liceo: per tutti indistintamente un tardivo «grazie» sincero, perché tutti sono stati veri Maestri, proprio con la maiuscola. Ma vivo ora un privilegio nuovo: quello di condividere, con le Maestre di 20 scuole Elementari di Napoli, un mio progetto di parlare ai loro Alunni di quinta delle possibilità di lavoro offerte dal loro mare e dal loro porto, attingendo dalla mia esperienza di mare e di porti. Al di là del progetto (incontri con 500 ragazzi lo scorso anno, con 1000 quest’anno) debbo testimoniare l’eccellenza di quelle Insegnanti nella loro passione, nella loro altissima professionalità, nella loro dedizione nell’esercizio di una missione alta, noncuranti del sacrificio e dello scarso riconoscimento, orgogliose e convinte di un dovere da compiere.

I risultati? Si vedono nei loro ragazzi, attenti, entusiasti, curiosi, partecipi, saggi pur nella loro candida ingenuità, allegri, sereni, almeno a scuola. In sintesi, quella Maestra Liliana, con quegli Alunni di 10 anni fa, per me, cittadino del profondo Nord, rappresentano un punto di vera eccellenza, a Napoli. Un altro, fra tanti, a Napoli.
Napoli

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