Caro Cervi
ricordo un aneddoto raccontato in TV dal sagace Ugo La Malfa. Era un periodo di continue malefatte impunite, di disordini provocati dalla malavita scorrazzante per la città che agiva senza essere bloccata dalla forza pubblica inerme. Quasi per unovazione di indignazione popolare si armarono i vigili urbani di Roma che, fino allora non portavano armi. Ebbene, il giorno dopo, due ragazzotti in moto non si fermarono ad un controllo stradale effettuato dai Vigili, che, tra laltro investirono, colpendone uno. La reazione legittima allattacco criminale portò laltro vigile a sparare un colpo di pistola che, purtroppo uccise un malfattore. Il giorno dopo, la reazione popolare, tremendamente indignata, fu tale che dovettero limitare nuovamente luso delle armi al Corpo dei Vigili. Questa è lItalia puerile che si muove esclusivamente su sensazioni epidermiche; che prende decisioni sullonda della polemica artatamente fomentata da alcuni imbonitori e guru di piazza; che vive passionalmente sulle emozioni momentanee contrastanti giorno dopo giorno, illogiche, strumentali, autopunitive. LItalia che ha bisogno di un eterno Masaniello, (o pretore, o comico di piazza) che gridi qualunque cosa contro qualcun altro, per avere la sensazione di ribellarsi, standosene al di fuori della mischia, deridendo il potere, tirando le monetine ai potenti, ma solo per fare casino. LItalia lamentosa dei dritti e dei piagnoni che ti fotte alle spalle e che ride sguaiatamente.
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