la stanza di Mario CerviA Montecitorio e altrove, «pederasta» non è un complimento

Un deputato parlando di gay ha pronunciato la parola «pederasta» ed è stato ripreso formalmente. Ma «pederasta» è un'offesa? E perché? Credo che fra poco dovrò mettere sul mio vestito una stella gialla con sopra scritto «io non sono gay».
Zara

Caro De Zorzi, lasciamo da parte le stelle gialle che richiamano remoti orrori e che non hanno nulla a che fare con il dilemmino da lei proposto. Per fortuna nessuno le imporrà mai un contrassegno spregiativo. Ignoro in quale contesto sia stato pronunciato a Montecitorio il termine «pederasta». Se intendeva soltanto riferirsi a scelte sessuali non vedo perché dovrebbe essere proibito. Fosse per le male parole, Dante Alighieri non avrebbe mai accesso al Parlamento italiano. Se invece quel sostantivo era riferito specificamente a qualcuno io credo che dovesse essere considerato gravemente offensivo.

La pederastia (cito dal vocabolario Devoto-Oli) è «omosessualità maschile; propriamente il rapporto sessuale di un adulto con un fanciullo». Un tipo di rapporto che è non solo contro la morale ma anche contro la legge. L'essere gay non implica una condizione sociale negativa, l'essere pederasta secondo me la implica, eccome.

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