PAROLA_LETTORI

la stanza di Mario CerviLa Farnesina ha le sue colpe. Ma anche i turisti del rischio...

La Farnesina ci ha messo un bel po' di tempo per cominciare con timidi avvisi ai vacanzieri: «Cittadini che state per imbarcarvi allo scopo di godere del mar di corallo d'Egitto, forse sarebbe meglio che dirottaste sul Golfo Paradiso (la cui Perla, ovviamente, è Camogli) oppure su quello del Tigullio ove (così si va dicendo...) la Perla sarebbe Santa Margherita Ligure. Perché, colà, anche nei Paradisi del Mar Rosso, la situazione si sta ingarbugliando». La Farnesina ha lasciato partire molti italiani (un tantino troppo speranzosi nella Dea bendata anch'essi) in piena guerra civile del Paese ospitante,lasciandoli liberi di prendersi rischi non indifferenti. Ma quel Ministero mica è retto da Berlusconi. Se ci fosse stato lui,essendo un tipino che non può non sapere...
Camogli

Caro Fassone, lei ci inonda di lettere sensate, anche se in questo caso mi pare abbia un po' ceduto, essendo di Camogli, a un legittimo campanilismo. Il campanilismo di chi vuole- con le migliori ragioni - dirottare sul Golfo Paradiso avente per perla appunto Camogli i turisti intenzionati a raggiungere il mare egiziano: ora temibile non per gli squali ittici ma per gli squali umani ingaggiati al Cairo in una sanguinosa lotta. Sono come lei del parere che la Farnesina non sia, per queste emergenze, un prodigio di svelto decisionismo. Mi pare tuttavia i capire che a suo avviso il ministero degli esteri avrebbe dovuto impedire agli italiani la vacanza sul mar Rosso. Impedire, ma come? Con misure penali? Minacciando ritorsioni? Creando una polizia del turismo? Non mi pare che in uno Stato democratico le autorità siano autorizzate ad esercitare un potere di questo genere. La Farnesina avverte -magari male e in ritardo- ma non può bloccare né i vacanzieri di Sharm el Sheik né gli amanti dell'avventura che raggiungono aree pericolose e insidiose del pianeta: e che, quando il pericolo e l'insidia si avverano, devono essere salvati dal nostro Stato con il pagamento di lauti riscatti.

Magari un tipo risoluto come Berlusconi potrebbe stabilire che dagli appassionati dell'azzardo non deve venire nessun danno economico per i contribuenti italiani.

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