Mamma Rai spende milioni per dei personaggi incivili...
Spende i milioni dati da noi... Ma perché io devo pagare per compensi milionari gente che insulta e fa comicità insulsa? Fossero tv private non me ne fregherebbe niente ma e di Stato e questi pseudo programmi non mi va di sovvenzionarli. E sapere che Fazio, Littizzetto, Benigni guadagnano milioni per queste porcherie mi fa girare...le orecchie.
Sondrio
Caro Elisei,
la sua è una delle molte lettere riguardanti la trasmissione di Benigni che sono arrivate sul mio scrittoio. In schiacciante maggioranza esse deplorano la faziosità antiberlusconiana di cui era intriso lo show (che io, confesso, non ho visto): uno show formalmente inteso a celebrare la Costituzione italiana ma sostanzialmente immerso nell'attualità politica. Maurizio Caverzan e Paolo Giordano hanno già ampiamente commentato, con bravura, la performance di Benigni e dei suoi emuli. Io prendo in esame solo un aspetto della questione. Ossia gli altissimi compensi che Benigni, Fazio, Littizzetto ricevono per le loro -utilizzo la sua terminologia- insulse porcherie. Non sto a ripetere che la Rai, qualora onorasse l'assunto della sua imparzialità, dovrebbe evitare intrattenimenti e intrattenitori politicamente schieratissimi. Ma quegli intrattenitori schieratissimi fanno ascolti milionari. Evidentemente un vastissimo pubblico apprezza non solo le sparate di Benigni - che è uno straordinario talento - ma anche il turpiloquio compiaciuto di Luciana (oltretutto grande scrittrice stando alle vendite dei suoi libri). Questi personaggi costano molto e, in termini pubblicitari, rendono molto. Il denaro che incassano è molto meglio speso, dal punto di vista commerciale, di quello profuso per megaspedizioni televisive al seguito di qualche Alta Autorità. Alla tirannia dei citati divi del piccolo schermo io mi sottraggo non seguendo le loro trasmissioni. Se il mio esempio fosse massicciamente seguito il disappunto popolare per gli «pseudo programmi» di cui lei si dice certo avrebbe una conferma irrefutabile. Invece un italiano su due segue Benigni.
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