la stanza di Mario CerviObama ha fatto tanti errori, ma il disastro iracheno l'ha ereditato

Caro Cervi, nella ex Mesopotamia I soldati del nuovo Annibale avanzano alla grande verso la Roma che nel 2014 si chiama Baghdad, non trovando resistenza. La popolazione, invocando a gran voce George “Dobliù” Bush, fugge disperata. Ma, siccome la Storia si ripete sempre, ecco all'orizzonte il nuovo Temporeggiatore che, essendo di origini africane come Annibale, ha come il predecessore sia la carnagione scura che il temperamento guerriero: Che faccio? Mi butto oppure aspetto che Annibale conquisti tutta la regione e poi, sfruttando il nuovo malcontento dei più, attacco? Sì, la Storia si ripete, ma dopo ben due millenni e passa anche i Temporeggiatori si adeguano. Obama sceglie la via moderna che con certi Annibali d'oggi lascia il tempo che trova. La chiamano via «diplomatica». Occhio, che qui si corre il rischio che i nuovi Annibali stavolta alla Roma vera, approdino!
Camogli

Caro Fassone, questa volta sono proprio in disaccordo con lei, assiduo frequentatore di questa stanza. Non mi soffermo sulle complicazioni mediorientali: l'ha già fatto da par suo, su queste colonne, Livio Caputo. Mi limito a ritenere molto improbabile il rimpianto per Bush figlio che lei attribuisce alle fuggiasche folle irakene. George W. Bush volle fortissimamente una guerra da molti, con ottime ragioni, sconsigliata. E promise all'Irak liberato un avvenire di tranquillità e di democrazia. L'Irak è invece devastato dalla guerra civile, e avviato verso le abbiezioni del fanatismo islamico. Semmai le folle fuggiasche esprimeranno a modo loro quel sentimento che fu sintetizzato dal folgorante motto «aridatece er puzzone». Tiranno tra i più biechi, Saddam Hussein era almeno un personaggio moderno. Sotto il suo regime le donne vestivano all'occidentale. La crociata contro Saddam Hussein -come quella contro Gheddafi- non ha spianato la strada alla libertà, l'ha spianata a crudeli lotte di fazioni e al dispotismo religioso. Barack Obama ha senza dubbio il vizio dell'indecisione.

Temporeggia: e quando decide non di rado sbagia. Ma ritirò le truppe dall'Irak perché l'opinione pubblica statunitense non era più disposta a presidiare -profondendo vite umane e immense risorse finanziarie- un Paese ingovernabile.

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