A guardare bene le facce di Zanetti, Thiago Motta, Materazzi e Santon, non sembrerebbe proprio che con Balotelli la vita sia tutta un fiore. Lo aspettano questa mattina ad Appiano per la ripresa degli allenamenti e di cose da dirsi ce ne sono. Compreso il miglior paradosso che potesse uscire dopo la notte magica di Londra: adesso è diventato tutto merito di Balo. Gira la voce che il litigio di lunedì mattina ha cementato un gruppo che lo era già di suo, una unità dintenti impensabile, senza prezzo, il collante che fa la differenza, un gruppo di giocatori diventa una squadra intera che si schiera e decide che la via tracciata da Josè è quella da seguire. Un trionfo. E senza quel fanatico di Balo che ci mette il carico a poche ore dalla partenza per Londra, chissà come sarebbe finita.
Ha proprio ragione Balotelli, lui e Mourinho sono talmente simili. Quando non parla, Josè fa scrivere il triplo. Quando non gioca, Balo fa vincere lInter. Agli altri rugherà un po. Mario lo hanno visto in giro per la città durante Chelsea-Inter. Mario vieni a vederla? No, ha risposto.
Stava troppo male, non ne aveva la forza, erano giorni che continuava a ripetere di sentirsi benissimo, una forma mentale e fisica speciali per affrontare una partita speciale a cui teneva tantissimo. «Sto troppo male per vederla», ha confidato. E non lha vista neppure in televisione, magari lavrà registrata. Lui assicura che quella mattina non è successo proprio niente di grave con Josè, o almeno niente di più grave delle volte precedenti. Nessuna musica antipatica che usciva dallo stereo della sua auto, nessuna battuta sul Milan a un punto in classifica. Magari la scelta di Raiola, quella sì. Ha spiegato che appena arrivato al campo ha sentito unaria pesante, Josè lo ha punzecchiato, lui ha risposto male. Molto male. Ma continua a sentirsi libero di non chiedere scusa: chiunque avrebbe reagito allo stesso modo, ha detto. Situazione da chiarire, in fretta perché il tempo in questi casi trascina malumori e incomprensioni. Qualcosa comunque si muove, chi ha raccolto le sue confidenze assicura che ha capito: Josè è il capo e Josè ha ragione anche quando non ha ragione. Deve crescere, deve diventare un professionista, cercherà di riconquistare la fiducia di tutti. Cerano già state le dichiarazioni di Mino Raiola a garantire questo nuovo corso di Mario. Ora ci sono anche pensieri confidati: «Devo rientrare nellInter». Ieri pomeriggio si è allenato ad Appiano con i non convocati Krhin, Arnautovic e Chivu, oltre a Santon. Ma il gruppo è un altro.
I tifosi vorrebbero sentirgli dire qualcosa da interista, frega poco se non ha inviato sms ai compagni per congratularsi della vittoria, i tifosi vogliono sentirselo loro, vogliono che Mario dica che non lascerà mai lInter, che è qui che diventerà un campione.
Ma poi lui è contento di stare allInter?
I compagni di squadra gli hanno detto a muso duro che questa è la realtà, questo è il gruppo, nessuno manda via nessuno, ma se qualcuno vuole andarsene è sbagliato trattenerlo. Vale anche per lui. Ma se è vero che Balo ha fatto vincere lInter standosene a casa, è altrettanto vero che la vittoria dellInter ha fatto capire a Balo qualcosa. Intanto che la squadra vince anche senza di lui, e non è poco, se lo capisce, con Balo si deve procedere a piccoli passi. Certo che è contento di giocare nellInter, a chi non piacerebbe conferma chi gli è vicino. Ma è poco come risposta, troppo poco. Il presidente non ci sta dormendo, Balotelli è come un figlio, Mourinho è il suo preferito: «Non è successo niente di grave - ha ripetuto Massimo Moratti nella notte di Londra -. E Mourinho non vede lora di allenare Balotelli.
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