Almeno quattro anni, forse sei. Recupero lento. Meglio gli altri. Esercizio con le stimmate della cautela quello praticato da economisti, analisti e organismi internazionali negli ultimi mesi nel valutare le prospettive di ripresa del nostro Paese. Riforme strutturali mancate, mercato del lavoro ingessato, propensione agli acquisti senza spinta sembravano tre elementi sufficienti a giustificare la scarsa capacità di reazione della penisola. E invece, no: ai livelli pre-crisi torneremo già lanno prossimo, quando il Pil crescerà di un rotondo 2%, per poi salire con lo stesso ritmo lanno dopo. Nel 2010 lespansione sarà più limitata, all1,1%, ma comunque superiore allo 0,7% indicato nei documenti di accompagnamento della Finanziaria e all1% prospettato solo pochi giorni fa dal ministro dellEconomia, Giulio Tremonti. Che giusto per non smentire la propria fama di scettico nei confronti degli «indovini delle previsioni» aveva parlato delle stime senza troppa enfasi: «Potremmo mettere un altro numero: cè chi alle previsioni ci crede e chi è obbligato a farle».
Ecco, appunto. Nellaggiornamento del Programma di stabilità, che dovrà prima essere sottoposto al Parlamento e poi inviato a Bruxelles, Tremonti ha finito per infilare cifre diverse rispetto a quelle annunciate in precedenza. Pochi decimali in più non cambiano la sostanza, certo, ma sono comunque meglio di una revisione al ribasso. La crescita attesa per il 2010, si legge in un documento del Tesoro, è stata rivista al rialzo di 0,4 punti percentuali «grazie alleffetto di trascinamento positivo dal 2009 e alle attese di una ripresa più vigorosa del commercio mondiale». Di ciò beneficeranno le imprese, che possono già contare sugli incentivi introdotti dal governo a favore degli investimenti in macchinari e degli acquisti di beni durevoli. La ripresa viene però giudicata «fragile» e incerte le prospettive economiche. Il governo adotterà «adeguate misure nei prossimi mesi, calibrandole attentamente rispetto allevoluzione del quadro macroeconomico».
Oltre al miglior andamento delleconomia, cè unaltra nota positiva nel documento.
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