Medicina

La stimolazione di una proteina riduce l’obesità e il rischio-«diabete

Gianni Mozzo

Uno studio internazionale, condotto per dodici mesi su 1.036 pazienti obesi e con alti livelli di trigliceridi ha dimostrato che è possibile ridurre circonferenza addominale e peso corporeo, evitando così l’insorgere di gravi complicazioni cardiocircolatorie. Questo studio, denominato «Rio-Lipids», è stato pubblicato sul New England journal of Medicine.
Il suo coordinatore, Jean-Pierre Desprès, direttore dell’Istituto di cardiologia del Québec, ha sottolineato l’importanza dei risultato ottenuti: riduzione di peso, aumento della tolleranza al glucosio, riduzione della pressione arteriosa, aumento del colesterolo «buono», abbassamento dei trigliceridi. Un quadro clinico, ha dichiarato il professor Desprès, dovuto principalmente all’aumento dei livelli di adiponectina, una proteina prodotta dagli adipociti che agisce nel controllo del metabolismo energetico, riducendo significativamente il rischio diabetico e quello cardiovascolare.
Una nuova molecola altamente selettiva (nome chimico: rimonabant) riesce a bloccare i recettori Cb1, riequilibrando l’assunzione del cibo, e stimolando la produzione di adiponectina. In media i pazienti che hanno partecipato allo studio Rio-Lipids hanno perso sette chili della loro circonferenza addominale e almeno 20 del peso corporeo totale, assumendo una sola dose quotidiana di rimonabant, per un anno, senza denunziare effetti collaterali di qualche rilievo.
È la prima volta, secondo gli autori di questo studio, che un solo farmaco riesce a migliorare un’ampia gamma di fattori di rischio cardiometabolico in soggetti definiti «pericolosi» perché affetti da obesità, ipertensione, eccesso di trigliceridi, intolleranza al glucosio.
Lo studio Rio-Lipids è stato condotto in 67 Centri clinici situati in Canada, negli Stati Uniti d’America e in Europa (cinque i Centri italiani che vi hanno preso parte). Gli specialisti che l’hanno realizzato sono stati quasi ovunque affiancati da nutrizionisti. Lo studio «Rio» (Rimonabant in obesity) prevede nuovi trials, su 6.

600 pazienti.

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