Una tragedia che può trasformarsi in un assist. E rafforzare limmagine di un leader che il Paese riconosce come garante comune, simbolo di quellunità nazionale spesso dimenticata nellesacerbarsi dello scontro politico. Accadde allindomani dell11 settembre con George W. Bush e allindomani degli attentati del 7/7 con Tony Blair. La nazione si stringe attorno al suo uomo-simbolo, in nome della lotta a un nemico che ne minaccia valori condivisi e convivenza civile. Accade di nuovo nella Francia sconvolta dagli attacchi dellintegralista franco-algerino e per di più in piena battaglia elettorale. Perché François Hollande, il candidato socialista finora dato per favorito nella corsa per lEliseo, non ha commesso alcun passo falso. Ma Nicolas Sarkozy, il presidente-candidato che si gioca la rielezione e la carriera, non ha sbagliato finora un colpo.
Risoluto, orgoglioso, equilibrato, iperattivo, Sarkozy si è mostrato luomo giusto nella tragedia, il collante perfetto di una nazione che aveva bisogno di stringersi a sé, di smorzare i toni, di chiudere in fretta la partita con lo stragista e di trovare nel proprio presidente il comandante perfetto di questa caccia alluomo. E gli eventi - la scoperta che «il mostro», come lui stesso lo ha definito, sia un franco-algerino vicino allestremismo islamico di Al Qaida - hanno giocato dalla sua. Oltreché dalla parte della destra tutta, compresa quella di Marine Le Pen, che anche in questa campagna punta su islam e immigrazione gran parte delle chance.
Mentre la minaccia elettorale della leader del Front National avanza - con la tragedia che le consentirà di vantare grande lungimiranza sui rischi dellestremismo islamico - il presidente, con le sue mosse - la tempestività del ministro dellInterno e braccio destro Claude Guéant nel braccare il killer tanto da ricevere i complimenti di Obama per «lefficacia delle forze di polizia» - si è guadagnato il rispetto della destra più estrema, alla quale da tempo strizza locchio, ma anche e soprattutto quello dellelettorato centrista, che sarà lago della bilancia in un eventuale secondo turno delle presidenziali.
Non solo lidea di sospendere la campagna elettorale, un modo per dimostrare ai francesi di non voler speculare sulla tragedia. I toni e le scelte del presidente si sono dimostrati azzeccati. È stato lui, ieri - dopo essersi recato allospedale di Tolosa per visitare il parà e lallievo della scuola ebraica feriti, dopo aver partecipato a Montauban alla cerimonia in omaggio ai tre militari uccisi e infine essere tornato a Tolosa, nella caserma a duecento metri dalledificio dove «il mostro» è rimasto barricato per ore - a decidere di bloccare il blitz delle teste di cuoio, prendendo praticamente il comando delle operazioni e intimando alle forze speciali di «prenderlo vivo» per assicurarlo alla giustizia. «Non dobbiamo cedere né allamalgama né alla vendetta», ha detto. Parole da statista.
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