La strana badante schiava e padrona dei tempi moderni

Parte dalla Germania prima di sbarcare in Italia la novità di Cesare Lievi. Storia di intrighi e finzioni tra una padrona che si finge malata, i suoi figli e la colf

La strana badante schiava e padrona dei tempi moderni

Il sipario si apre tre volte su un interno borghese elegante e spazioso dominato da un massiccio tavolo capitonné. A cui è seduto un uomo di mezza età assorto a sfogliare un incartamento. Scopriremo presto la sua identità: è il figlio maggiore della protagonista occupato a vagliare gli affari, gli introiti, le penose dimenticanze della madre affetta dall’Alzheimer. Che, nel suo caso, si manifesta in un’ossessiva mania di persecuzione ai danni della «Badante» che dà il titolo alla commedia, un’emigrata dall’Ucraina che si dedica alla padrona con affettuosa dedizione. Invano il figlio cerca di placare l’ira materna. La donna non intende ragione: lei non ha bisogno di una spia di nome Ludmilla. Secondo round: la signora è morta e i due figli, più una nuora di complemento, scoprono con raccapriccio di essere stati giocati. Infatti la terribile madre si è disfatta dell’intero patrimonio: l’avrà plagiata la Badante? Terzo ed ultimo tempo: in un flashback cechoviano scopriamo che la signora ha finto sia di essere affetta da un male incurabile che di odiare la schiava docilmente assoggettata alle sue cure. Per quale motivo? Semplicissimo, non voleva che i figli sospettassero le sue intenzioni: diseredarli a favore di chi, per tutta la vita, non ha mai avuto un momento di pace per dimostrare al mondo, e allo spettatore, che ogni atto su cui si regge l’oliato meccanismo della società è solo una miserabile convenzione.
Su questo teorema d’impressionante lucidità dialettica Cesare Lievi ha impostato con una coerenza non esente da una buona dose di humour la sua ultima fatica di drammaturgo. Ne è risultata una pièce d’intensa suggestione animata da un ritmo irresistibile dove le battute, macabre e taglienti, rimbalzano come palle da tennis in un gioco serrato che fa pensare ai grandi precedenti di interno familiare dipinti da Becque e prediletti da Balzac. Qui sostenuti dall’impeccabile recitazione della compagnia stabile di Wiesbaden e da una grande protagonista di nome Monika Kroll.

Un exploit che vedremo presto anche da noi tutt’uno all’edizione italiana sempre diretta da Lievi, straordinario animatore di questa bella serata di grande teatro.

LA BADANTE - di Cesare Lievi Regia dell'autore. Teatro di Wiesbaden, tournée italiana al Centro Teatrale Bresciano.

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