Stranieri, abbuffata clandestina

Sanatoria strisciante per un milione di stranieri dopo la valanga di domande d’ingresso: appena 170mila permessi di lavoro. Solo ieri in 380mila hanno chiesto di essere messi in regola. Allarme per gli 800mila "esclusi". Domande via internet: Viminale in tilt, l'ira dei sindacati. E uno studio rivela: gli immigrati spenderanno più degli italiani per il pranzo di Natale. Regali al discount, vacanze a rate e sparisce la gioia di fare acquisti

Stranieri, abbuffata clandestina

da Roma

Un milione, almeno, di richieste di assunzione di stranieri e appena 170.000 posti di lavoro disponibili, quelli fissati col decreto flussi 2007. Soltanto nella giornata di ieri il sistema informatico del ministero dell’Interno in 12 ore, dalle ore 8 del mattino alle 20, aveva già ricevuto 352.955 domande di assunzione. Ed era la prima tranche. Se nelle prossime due tranche, fissate per il 18 e il 21 dicembre, l’afflusso delle domande (come è prevedibile visto che sono già stati scaricati dalla rete 700.000 moduli) procederà con lo stesso ritmo si arriverà al minimo ad un milione di richieste. Che cosa succederà delle circa 8-900.000 che resteranno fuori? Al Viminale attraverso la rete arriveranno tutti i dati, i numeri, gli indirizzi dietro ai quali ci sono migliaia di volti, persone reali che chiedono lavoro accanto ad altre che lo offrono. E con tutta probabilità si tratterà per la maggior parte di stranieri che già lavorano sul nostro territorio in modo irregolare e privi di permesso.
Insomma da oggi il governo ha un problema in più che difficilmente potrà far finta di non vedere. La risposta potrebbe essere quella di riaprire subito i flussi con un nuovo decreto come richiesto da patronati e sindacati.
Il Viminale si era organizzato per fare fronte all’assalto telematico ma nonostante l’apparato messo in piedi non sono mancate le difficoltà e gli intasamenti. E le proteste. Soprattutto da parte dei patronati e dei sindacati che si erano preparati ad inviare centinaia di domande in blocco e che invece, denunciano, si sono visti scavalcati dalle domande dei privati. Durissima la protesta delle Acli, di Cgil, Cisl, Uil e delle associazioni dei consumatori, che chiedono già di rivedere le graduatorie e comunque di riaprire i flussi. Il Viminale replica che tutto è avvenuto senza intoppi critici e soprattutto senza assegnare corsie preferenziali a nessuno. Comunque il governo specifica che delle 352.995 domande 162.572 sono quelle inviate dai singoli cittadini e 190.423 quelle di patronati e associazioni.
Ma vediamo le cifre. Ieri era possibile richiedere l’assunzione di stranieri provenienti da uno dei 14 paesi che hanno stipulato accordi bilaterali con il nostro. I posti a disposizione per questo settore sono 47.100. Il Viminale stima che le domande saranno alla fine 380.000. Quindi soltanto uno su otto raggiungerà il traguardo. Il maggior numero di richieste è arrivato per il Marocco, 97.085; Bangladesh, 55.070; Moldavia 31.286. Le richieste riguardano il lavoro domestico (206.938) o subordinato in genere (146.057). La prima domanda è arrivate alle ore 8 un secondo e 134 millesimi. Il sistema messo a punto dal ministero ha gestito all’incirca 9.600 connessioni al minuto. In molti hanno lamentato l’eccesso di attesa per la conferma dell’avvenuta ricezione da parte del sistema ma il Viminale replica che a parte qualche lentezza «il sistema ha retto».
Adesso si preparano altre due giornate di passione. Il 18 toccherà alle domande di assunzione per badanti e colf di nazionalità diverse dalle 14 di ieri. Anche qui si prevede l’arrivo di almeno 300.000 richieste per soli 65.000 posti disponibili. Infine il 21 dicembre toccherà a tutte le restanti tipologie di lavoro e soprattutto alle domande di conversione del permesso di soggiorno per tutte le nazionalità. Chi è entrato nel nostro Paese con un visto turistico o per studio potrà chiedere il cambio con quello di lavoro.
Già sul piede di guerra patronati e sindacati. L’Arci parla di «situazione gravissima» e di «sistema inadeguato». La Cisl invece segnala come la lunghezza di alcuni nomi dello Sri Lanka, abbia mandato in tilt il sistema di accettazione.
Alle critiche piovute sul Viminale replica il prefetto Mario Morcone, capo Dipartimento per l’immigrazione. «La sproporzione tra le quote offerte e le domande ricevute è un problema che non appartiene all’amministrazione - dice Morcone -. Noi abbiamo lavorato con serietà e onestà per mettere il presidente della Repubblica nelle stesse condizioni di ogni singolo cittadino».


Tocca al sottosegretario all’Interno, Marcella Lucidi, sottolineare che esiste un problema politico da risolvere che nasce dalla «sproporzione tra il fabbisogno occupazionale che esprimono le famiglie e le imprese italiane e le quote numeriche dei flussi».

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