Struggente, ironico, amaro Evelyn

Guy Crouchback ha trentacinque anni, «è l’unico figlio maschio vivente di Gervase Crouchback» e «per un certo numero di anni è vissuto solo, in Italia, nella villa costruita da suo nonno». Dopo diverso tempo trascorso nel Corpo degli Alabardieri di Sua Maestà, per lui è giunta l’ora di tirare le somme.
Resa incondizionata (Guanda, pagg. 308, euro 17,50, trad. R. Ceserani) è il terzo volume della trilogia di guerra di Evelyn Waugh, per il resto composta da Uomini alle armi e Ufficiali e gentiluomini. Come i precedenti, anche questo romanzo è ambientato negli anni ’50, ma è forse il più struggente dei tre libri. L’epopea dell’antieroe borghese qui tocca il suo zenit grazie a una narrazione che alterna ironia a irrisione, restituendo una commedia umana dai tratti tragici e ancora oggi modernissimi.
Stesso umorismo, ma con un’inclinazione più spiccata al paradosso, in un altro suo fortunato libro, ora ristampato da Bompiani. Misfatto negro (pagg. 278, euro 9,50, trad. M.G. Albertoni Pirelli) attraverso la surreale storia di un africano istruito a Oxford che diventa sovrano del suo Paese, è una spietata critica al colonialismo inglese.
Ma Evelyn Waugh era anche un fervente cattolico, convertitosi all’inizio degli anni ’30 prima di sposare un’aristocratica. Di quello snodo biografico è rimasta traccia in Ritorno a Brideshead (Bompiani, pagg.

376, euro 12, trad. G. Fletzer), l’amaro racconto dell’inesorabile decadenza di una famiglia altolocata, che è anche il ritratto di una classe sociale immobilizzata nelle sue ottuse liturgie prima che il ciclone della guerra la travolga.

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