Su «Dossier» la svolta liberale della Toscana

La Toscana mostra al mondo la forza di chi non abbassa la qualità delle sue produzioni dinanzi alle pressioni del mercato globale. I mille volti di un’economia che affonda le sue radici nel Rinascimento e che ha fatto dell’innovazione scientifica e della proiezione sui mercati internazionali una forza vitale in continua evoluzione. Una regione che è anche pronta e desiderosa di affrontare le grandi riforme liberali, per un ulteriore grande balzo nella modernità, pronta a non perdere le sfide che il Paese e l’Europa le chiedono vista la sua centralità culturale e geografica.
«L’obiettivo del prossimo numero di Dossier, diretto da Raffaele Costa e interamente dedicato alla Toscana e in edicola nei prossimi giorni con il Giornale - spiega l’editrice Maria Elena Golfarelli - è stato quello di individuare le strategie che hanno portato al successo alcune delle realtà economiche più interessanti della regione. Coraggio, fiducia, determinazione sono gli strumenti attraverso i quali gli imprenditori toscani hanno saputo rispondere alle grandi sfide che la crisi economica ha imposto. E lo hanno fatto vivificando le competenze e affinando le capacità di fare impresa, coscienti di avere nelle loro mani il futuro economico, non solo della regione, ma di interi comparti strategici per l’Italia e l’Europa. Un futuro che comincia oggi, proprio perché la crisi ha ridisegnato intere geografie globali, nuovi mercati, nuove rotte commerciali». E per capire meglio la forza competitiva di cui è capace una delle regioni industriali più complesse e antiche del Paese basta gettare uno sguardo sulla realtà tecnologica della provincia di Firenze. La ricerca e l’innovazione sono i motori che hanno consentito al settore dell’alta tecnologia toscana di resistere con buoni risultati alla crisi economica. Fondamentale lo scambio di saperi tra enti di ricerca, istituti accademici e le imprese. «Includendo nell’alta tecnologia anche i servizi, al terzo trimestre 2010, le imprese attive nel settore sono 2.221 di cui 310 nel manifatturiero e 1.911 nel terziario ad alta intensità di conoscenza - spiega Vasco Galgani, presidente della Camera di commercio di Firenze a Dossier -; abbiamo un’ampia quota di imprese che si occupa in prevalenza di produzione, consulenza sul software e trattamento avanzato dei dati. Per quanto riguarda il manifatturiero, le attività prevalenti riguardano il farmaceutico, il biomedicale, l’optoelettronica (un settore di tradizione che si è sviluppato intorno all’indotto della Galileo) e la meccanica avanzata (al cui interno si collocano i segmenti degli strumenti di precisione e dell’automazione industriale con realtà storiche come Nuovo Pignone). Considerando le esportazioni, l’ammontare complessivo esportato in un anno ammonta a circa 550 milioni di euro».
Tra le personalità di spicco dell’economia toscana, Dossier intervista Antonella Mansi, presidente di Confindustria Toscana e dirigente di Nuova Solvine. Con lei anche Giovanni Gentile, presidente di Confindustria Firenze, Massimiliano Musmeci (Arezzo) e Mario Salvestroni (Grosseto) che sottolineano le gravi problematiche e i ritardi strutturali e territoriali di fronte ai quali si trova la Toscana. Ma anche l’impegno, la sagacia e la responsabilità che gli imprenditori toscani stanno mettendo nell’affrontare la crisi. Non mancano su Dossier le attenzioni al mondo politico.

«Un bilancio privo di coraggio - spiega a Dossier Alberto Magnolfi, capogruppo Pdl in consiglio regionale, affrontando il tema della manovra 2011 approvata dall’Assemblea toscana -. I punti critici? Il contenimento e la riqualificazione della spesa. Finalmente - recependo i vincoli di carattere nazionale - la giunta ha eliminato quelle voci di spreco che noi denunciavamo da anni».

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