Gian Battista Bozzo
da Roma
Ad una settimana dall’attesa riunione del Cicr (il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio) dedicato ai casi Bnl e Antonveneta, si fa più chiara la posizione del governo sulla questione del mandato a termine per il governatore di Bankitalia. Non ci saranno né interventi diretti dell’esecutivo, né emendamenti al disegno di legge sul risparmio. La strada più probabile è quella della cosiddetta «autoriforma», magari sollecitata da un atto parlamentare di indirizzo.
È Carlo Giovanardi, ministro per i Rapporti con il Parlamento, a confermare questa strategia. «Non credo proprio - afferma - che ci sarà un intervento del governo, tanto meno una soluzione traumatica come quella prospettata da Montezemolo (le dimissioni del governatore, ndr) che è profondamente sbagliata. Niente processi sommari». Giovanardi aggiunge che la questione Bankitalia sarà affrontata dal Consiglio dei ministri nella riunione fissata per il 2 settembre: «Visto che è successiva al Cicr, immagino che discuteremo di Banca d’Italia alla luce delle dichiarazioni del governatore». Per quell’occasione è attesa una relazione del ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco.
Silvio Berlusconi, che ieri sera ha visto a Porto Rotondo il vicepremier Giulio Tremonti per parlare di varie questioni, Bankitalia compresa, ha confermato la linea della prudenza sul governatore adottata fin dai tempi dei casi Cirio e Parmalat. Il presidente del Consiglio sa anche che la Lega è sensibilissima alla questione, visto che sponsorizza apertamente la creazione di una forte «banca del Nord» dalla fusione fra Popolare italiana e Antonveneta. Lo stesso Bossi, su questo argomento, non è disposto ad alcun negoziato. «Per decidere il da farsi - spiega il ministro delle Riforme Roberto Calderoli - mi interessa di più sentire la versione di Fazio piuttosto quella che deriva dalla lettura delle intercettazioni telefoniche. Una volta ascoltato il governatore, potremo dare un giudizio alla luce delle sue parole».
L’autoriforma della banca centrale è anche per Alleanza nazionale la «strada maestra». Prima però, osserva il ministro delle Risorse agricole Gianni Alemanno, «bisogna ascoltare le motivazioni del governatore in una sede istituzionale (il Cicr, appunto) senza accelerazioni ed interventi a gamba tesa», aggiunge riferendosi alle parole su Fazio del presidente della Confindustria.
A quanto emerge nelle ultime ore, è dunque probabile che lo stesso Fazio provvederà a modificare lo statuto di Bankitalia in base alle linee guida indicate da un atto parlamentare. Il mandato a termine è, in realtà, il minore dei problemi: si potrebbe agganciare la durata a quella del presidente della Bce (otto anni), oppure fissare un limite d’età (ad esempio, i settant’anni che il governatore in carica compie nell’autunno del 2006). I veri nodi sono altri: il fatto che gli azionisti dell’istituto centrale sono le banche vigilate; la reale possibilità di rendere più collegiali le delibere di via Nazionale; il rapporto dialettico fra Bankitalia e governo; le stesse procedure di nomina. Impossibile prevedere oggi se il governatore vorrà addentrarsi in questo ginepraio, o se si limiterà al mandato.
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